La settimana di Daily Muslim, 23-29.03.2020

Daily-Muslim

La pandemia ha accelerato anche nel mondo musulmano. Dopo aver testimoniato la significativa ripresa del pianto del Moadhin saudita, abbiamo voluto testimoniare questa settimana anche la gioiosa intonazione del Moadhin tunisino nel richiamo alla preghiera in casa, per simboleggiare lo spirito di unità e fratellanza, di fede e di pazienza che questo lungo periodo richiede per tutta l’umanità.

Rispettosi delle tragedie personali e collettive, abbiamo  voluto fare compagnia a tutti sottolineando con tanti racconti le prime settimane di quarantena per voi lettori in Italia e dedicarvi un video tra Roma e Lecce attraverso le piazze e i balconi.

Tante le comunità islamiche che si sono attivate per mostrare la loro solidarietà in Italia: abbiamo scelto di ricordarne una nel territorio di Bergamo, il più colpito, ma continuiamo incessantemente a darne conto.

Nonostante la pandemia stia colpendo anche i paesi di tutto il mondo, non sono mancate ancora le attestazioni di solidarietà internazionale nei confronti dell’Italia: dall’inno nazionale tradotto in lingua araba, fino all’impegno del Pakistan, passando per la chiusura di un cerchio che tanta commozione e impegno aveva generato nelle scorse settimane: l’esperienza di accoglienza dei viaggiatori italiani bloccati in Marocco e ospitati gratuitamente presso le famiglie degli espatriati, e questo nonostante il contemporaneo dilagare dell’infezione anche nel regno, insieme alle misure restrittive e alla censura.

Sempre sul fronte interno, scegliamo tre iniziative che vogliamo leggere nella direzione di uno sforzo di dialogo e di comprensione tra le comunità: i servizi plurilingue di orientamento contro il CoVid realizzati in Puglia; l’argomentazione dell’imam Layachi sulla necessità di parlare in italiano durante le celebrazioni; l’ordinanza del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, per la sepoltura dei defunti destinati all’estero e appartenenti anche al credo musulmano negli spazi dei cimiteri della Città Metropolitana, che mette fine a situazioni incresciose che si erano venute a creare.

Nel corso della settimana uno dei più popolosi paesi al mondo, l’India, ha annunciato la dura prova del lockdown, tra paternalismi, contraddizioni e timori.

Lo sforzo anche economico contro la pandemia annunciato dall’Onu per gli ultimi tra gli ultimi, i più deboli e poveri dei paesi più a rischio, rischia di essere vanificato dai continui attacchi terroristici e dal proseguire di attività belliche.

 

Facebook Comments Box