Se sei ubriaca sei responsabile dello stupro. Ferrara

Il sindaco di Ferrara non è nuovo a queste uscite fuori luogo. Questa volta ha superato se stesso coinvolgendo tutto il comune: “Se sei ubriaca sei rin parte responsabile dello stupro”. E’ la nuova massima che è venuta fuori da una campagna pubblicitaria che doveva essere, negli intenti, contro lo stupro e l’abuso di alcol. Almeno questa era l’intenzione.

Invece dopo la pubblicazione di questo manifesto:

le pagine social sono state subissate di proteste e invettive contro la giunta alla guida del comune e il suo sindaco che già prima e anche durante il suo mandato ci ha abituato a simili uscite. Incolpare una donna del suo stesso stupro mi sembra alquanto esagerato e da mentalità maschilista senza cultura.

E gli sponsor di questa campagna “pubblicitaria” sono anch’essi consapevoli di quello che sponsorizzano?

Sono parole pesanti si, e me ne assumo la responsabilità, ma giornalmente veniamo a conoscenza di maltrattamenti subiti dalle donne, e un fatto del genere non dovrebbe neanche essere messo in discussione da un ente pubblico al servizio di tutti i cittadini. Servizio pubblico, purtroppo, come spesso accade davanti a queste infamanti accuse, in mano ad un partito che si vanta di essere il primo in Italia e presente in ogni regione e comune del nostro ex belpaese. Forza politica che annovera nei suoi ranghi esemplari che non sono nuovi a queste “sentenze”: dal razzismo più bieco mascherato sotto la ormai celebre frase “prima gli italiani” alle peggior uscite come questa dell’altro ieri, maschilista e denigratoria verso le donne.

Subito dopo questa uscita, appena i responsabili hanno capito della gaffe fatta da chi ha voluto questo manifesto, si è cercato di porre rimedio sostituendo il tutto con una altro manifesto che, non ha dato i frutti desiderati anzi, come spesso accade “la pezza è peggio dello strappo”. E mi chiedo come le militanti, almeno cosi sono definite in questo partito, riescano a sopportare questi esempi che le declassano nel loro essere donne. Saranno anche loro abituate a vivere ancora nelle caverne?

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