La Palestina in Qatar stravince contro l’apartheid israeliana

Sia i tifosi tunisini come i tifosi marocchini nelle ultime partite hanno esposto al minuto 48 dei rispettivi match, uno striscione con la bandiera palestinese intitolato “Free Palestine”.

Il numero 48 per i palestinesi è una spina nel cuore in ricordo della nakba causata dagli aggressori israeliani che da quell’anno hanno occupato e trucidato migliaia di uomini e donne per perpetuare l’apartheid razzista sull’intera Palestina.

Oltre all’esposizione degli striscioni, delle innumerevoli bandiere delle sciarpe, non solo dai tifosi arabi ma anche da molti tifosi delle altre nazionali, ieri, nel match contro la Francia, un tifoso tunisino è saltato nel campo e ha sventolato la bandiera palestinese attraversando tutto il terreno erboso saltando e facendo capriole con tutto il pubblico che lo sosteneva al grido “Palestina, Palestina”.

 

Su tutta la stampa araba e non solo, la notizia ha trovato risalto, tranne in quella occidentale che ha dato invece risalto a quello avvenuto il giorno prima, con l’uomo che ha mostrato la bandiera, copiata, rubata, dell’arcobaleno. La solita ipocrisia di questo occidente ormai decadente, senza morale, senza rispetto dei valori e delle differenze, che si ostina a pensare di essere il baluardo dei diritti, quando non rispetta quelli altrui.

Non solo, la stampa occidentale è rimasta scioccata quando in Qatar, alcune emittenti israeliane presenti alla manifestazione, hanno tentato di intervistare i tifosi per strada: alla conoscenza che il giornalista era un sionista israeliano, hanno subito declinato l’invito scappando via, lasciandolo solo come filo d’erba nel deserto in balia delle sue stesse oppressioni compiute in Palestina.

Vari video virali ripubblicati da milioni di profili sui social hanno fatto il giro di tutte le piattaforme raccogliendo milioni di consensi, compreso Facebook e Instagram che, spesso censurano ogni post pro-Palestina. Ma la forza della verità non può essere occultata, anche se, come abbiamo già scritto, la stampa occidentale prona al sionismo, non osa pubblicare simili notizie per non dar fastidio ai padroni.

Non solo tifosi arabi, ma anche sudamericani, coreani, europei e africani, hanno dato una lezione ai sionisti che con le loro ruberie, inganni e corruzioni stanno tentando di accaparrarsi l’amicizia della popolazione araba e del mondo intero.

Cosa non riuscita visto la figura fatta in Qatar. Questo mette ancora in risalto come i sionisti genocidi non avranno mai il consenso delle popolazioni; un sondaggio del Washington Institute ha mostrato che la stragrande maggioranza delle persone nei paesi arabi, circa l’80%, considera gli Accordi di Abramo come atti “molto negativi”, da “non proporre e non firmare”. Nonostante alcuni paesi lo abbiano già fatto, ma contro la volontà dei cittadini, che spesso è stata messa a tacere dai regimi al potere.

I cittadini arabi, con questi accordi, si sono ancora allontanati dai loro governanti corrotti che hanno firmato atti di pace con lo stato genocida, essi considerano la questione palestinese come una questione araba e a buona ragione, considerano Israele come la più grande minaccia per i paesi arabi, superando gli Stati Uniti e l’Iran.

La Palestina è nel cuore della popolazione araba e lo rimarrà, nonostante i governanti corrotti, in nome dell’arricchimento personale, cercano di far passare i sionisti come alleati delle stesse, ma fino a che lo stato dell’apartheid israeliano continuerà ad uccidere palestinesi, distruggere case, scuole, aziende, vegetazione, vietare il libero transito e invadere il territorio palestinese e musulmano non riconoscendo la Palestina come stato indipendente, gli israeliani saranno sempre dalla parte del torto e, non solo per le popolazioni arabe, ma per la maggior parte della gente comune del mondo, come in questo mondiale è venuto alla luce palesemente, nonostante la stampa, i governanti e le élite cercano di nasconderlo e non tenerlo in considerazione.

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