Gli emirati promuovono il turismo in Israele. Dovremmo boicottare?

A Dubai uno dei più grandi grattacielo al mondo il Burj Khalifa, nei suoi giochi di luce, fa  espressamente promozione alla “terra della creazione”, riferendosi a Israele, nonostante il conflitto sionista palestinese in corso.

Forse agli emiri di Dubai e Abu Dhabi e a Mohamed bin Zayed Al Nahyan compreso, non frega molto di oltre 200 vittime musulmane tra cui più di 61 bambini, il futuro della Ummah.

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È l’unico paese che si dichiara musulmano a non prendere una decisa posizione sul conflitto e sulle uccisioni dei palestinesi, che ricordiamo a MbZ sono musulmani, mentre, anche il mondo non musulmano protesta.

Forse all’emergente sceicco MbZ, che si sta facendo spazio nel mondo occidentale e nelle lobby che contano negli Stati Uniti, non importa molto della Ummah, visto che è anche l’unico paese musulmano che non ha sospeso i voli con l’entità  sionista. Ricordiamo, tra l’altro, che è stato il primo paese ha firmare per una normalizzazione, facendosene promotore con gli altri stati musulmani.

Tra l’altro, oltre a pubblicizzare sul grattacielo e in molti e-screen nelle strade delle due grosse città emiratine, Israele ha uno stand di promozione negli Emirati Arabi Uniti per aiutare gli emiratini, a visitare Israele.

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Il pensiero di noi musulmani che protesta contro chi aiuta Israele nella sua folle guerra di pulizia etnica, dovrebbe iniziare a rivolgersi anche verso questo paesello ricco che sfrontatamente è menefreghista verso la Ummah. E se iniziassimo a boicottare le iniziative e i viaggi verso questo paesello? Tanto ormai ci sono gli israeliani che degnamente prenderanno il nostro posto.

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