L’emiro degli Emirati sceglie Israele ai musulmani palestinesi

Non solo l’occidente chiude entrambi gli occhi ai diritti dei palestinesi e li tiene più che aperti per gli israeliani, ma anche da qualche parte nel mondo musulmano arabo le linee guida cambiano.

Un esempio sono gli Emirati Arabi Uniti, da primo Paese che ha normalizzato con Israele, a primo paese che negli spot turistici della sua compagnia aerea invita i suoi cittadini a visitare il muro del Tempio e non al-Aqsa ed è anche il primo Paese arabo-musulmano che invece di difendere la ummah, la attacca sostenendo le difese dell’occupante stato di apartheid.

Così il monarca e il suo entourage censurano le notizie palestinesi e lasciano ampio spazio a quelli israeliane in tutti i media nazionali. A guardare le tv e i giornali emiratini, sembra di trovarsi in un’altra zona del  mondo che trasmette la tv sionista. Non una parola per difendere ill terzo luogo sacro per l’Islam.

È vero anche,  che ormai l’emiro ha coniato un Islam a suo vantaggio, dove principalmente che critica il monarca è considerato eretico e chi sostiene  la ummah, che non  sia quella scelta dall’emiro è condannabile come apostata.

Già da qualche anno la politica del paesello arabo andava in questa direzione strizzando l’occhiolino all’occidente e a Israele, ma da quando è stato ardente proponitore della normalizzazione il cambiamento è diventato evidentissimo, adesso MbZ è saltato sul carro della propaganda sionista che ha offuscato gli occhi dell’occidente per decenni l’hashbara sionista, ai danni dei musulmani palestinesi e di quelli che si permettono di esprimere un parere, tra l’altro lecito, verso i palestinesi. Sì, perché i cittadini del monarca così apprezzato dall’occidente, si criticano non solo il suo operato, ma anche quello che fa Israele in Palestina, rischiamo grosso.

Infatti, tutti gli influencer di Abu Dhabi sono a favore di ciò che accade nei territori occupati, ma non per i loro fratelli musulmani, ma verso chi li assale, li tortura, li discriminalizza, li proibisce di pregare e vieta i diritti fondamentali di ogni libero essere umano.

Influencer, che twittano, con il benestare del governo degli Emirates, post di lode verso il comportamento di Israele in un momento in cui la polizia israeliana armata assedia la moschea di al-Aqsa , ferendo persone che pregano all’interno del terzo luogo più sacro dell’Islam durante i giorni sacri del Ramadan.

Influencer come Hamad Alhosani che scegli di ritwittare i post delle autorità israeliane come @IsraelArabic, accusando falsamente i manifestanti palestinesi di essere sotto la strumentalizzazione di Hamas e arrivando a scrivere: “Possa Dio proteggere il Monte del Tempio dalla trasformazione fatta dei terroristi.” Oppure altro grande volta gabbana Munther al-Shehhi che ritwitta sempre da @IsraelArabic: “Grazie, Israele, che chiarisci la verità” Oppure Hassan Sajwani, che ha risposto ai tweet degli utenti degli Emirati che hanno taggato l’hashtag  #SaveSheikhJarrah con un post in riguardo l’attacco a una scuola in Afghanistan, come a dire che i musulmani fanno questo! O ancora peggio, ha avuto l’ardire di scrivere: “Perché i manifestanti palestinesi non possono semplicemente lasciare #AlAqsaMosque e tornarsene a casa?”

Questo è il grado di strumentalizzazione e asservimento del sistema Emirati Arabi Uniti all’ hashbara sionista ed è anche favorito da quel consiglio di Fatwa in cui vi è dentro l’occidentalista Hamza Yusuf, che già da tempo aveva detto che  i palestinesi farebbero meglio a tacere e stare buoni  invece di pretendere.

Tutto sacrificabile in nome della ricchezza, in nome della possibilità di essere tra coloro che possono dividersi le ricchezze del mondo ed essere presentato come Paese innovatore e al passo con la modernità che conta.

Diventare un Paese influencer, insomma, tanto da voler essere anche superiore agli stati che lo circondano, non per niente Mbz sta facendo “le scarpe” a tutti leader del Golfo imponendosi negli Stai Uniti, Europa, India e non poteva farlo se non si fosse preso a braccetto con Israele.

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