La Malesia vacilla per lo scandalo della carne halal, sfiducia tra i consumatori

Continua lo scetticismo dei consumatori malesi di carne halal, dopo lo scandalo che ha scosso il paese a dicembre e che ha portato alla luce l’esistenza di un cartello, che avrebbe corrotto funzionari doganali per 40 anni, al fine di importare e vendere carne che non era stata macellata secondo le usanze islamiche o proveniente da stake holder approvati.

Motivo per cui le autorità malesi hanno rilasciato, tramite Zulkifli Mohamad Al-Bakri, ministro degli Affari religiosi, alcune dichiarazioni sull’affidabilità e conformità della carne malese agli standard halal. 

Al-Bakri fa parte del consiglio halal malese, temporaneamente presieduto dal primo ministro Muhyiddin Yassin, che comprende funzionari di diversi ministeri e specialisti dell’industria e dei prodotti halal.

Tale organo è stato recentemente potenziato per affrontare l’increscioso scandalo dell carne falsa, importata soprattutto da Cina, Ucraina, Brasile e Argentina e poi riconfezionata nello stato meridionale di Johor.

Alcune importazioni includevano canguro e carne di cavallo, che veniva poi mescolata e venduta come carne halal, scatenando indignazione tra i consumatori musulmani.

Con oltre il 60 per cento dei 32 milioni di abitanti della Malesia musulmani, i macelli locali e gli allevamenti di bestiame spesso non sono in grado di soddisfare le richieste del mercato, costringendo il paese a fare affidamento sulle importazioni  di carne, che, a seguito dello scandalo, hanno subito un notevole rallentamento, così come il consumo interno che ne ha fortemente risentito.

Infatti, i consumatori e le imprese continuano a chiedere la riforma all’interno di Jakim, nonché l’istituzione di un organo terzo per investigare ulteriormente sullo scandalo delle carni false e per garantire la conformità del prodotto ai canoni islamici. Nel frattempo, altre autorità coinvolte nel processo di importazione della carne, come i servizi di quarantena e ispezione malesi (Maqis), si sono adoperate per migliorare le proprie attività, nonché le procedure operative standard, da quando il cartello è stato scoperto.

Mentre il dipartimento malese dei servizi veterinari (DVS) ha linee guida rigorose per l’importazione di carne, che include l’utilizzo di un macello approvato per la macellazione.

Il macello autorizzato deve fornire la certificazione che la macellazione degli animali è stata effettuata secondo riti musulmani e che tutte le operazioni di refrigerazione, lavorazione, trasporto e altri atti in relazione alla manipolazione e alla spedizione della carne sono state effettuate separatamente dagli altri animali.

Secondo i record DVS, la Malesia ha approvato 28 macelli in paesi quali Australia, Nuova Zelanda, Argentina, Brasile, Pakistan e Sud Africa, conducendo anche controlli online sull’autenticità del certificato halal con le autorità dei paesi esportatori.

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