La Letteratura e la Poesia Sufi in Lingua Araba

Di Chisti Muhammad Mansur

Prima di esplorare temi e personalità della letteratura sufi ,bisogna definire e
accennare cosa si indichi per “Sufismo” in arabo Al Tasawwuf. Con la nascita della
religione islamica in seguito alla predicazione del Profeta Muhammad ,contrariamente
alla vulgata più comune ,che vede Ialam come esclusivamente conquista e pratica
minuziosa della Legge,sorse subito ,già dagli anni medinesi della predicazione del
Profeta Muhammad ,sorse una profonda vena spirituale, caratterizzata da una pratica
religiosa maggiormente orientata alla preghiera alla sobrietà, all’ ascetico,tutti
elementi già ravvisabili nella personalità dello stesso Profeta e degli stessi compagni
del Profeta. Con l’avanzare delle conquiste arabe e della mondanizzazione alcuni pii
uomini e anche donne ( Nussak in arabo) iniziano a sentire l’esigenza di armonizzare
una vita più austera con il perseguimento di una esperienza interiore più intensa
.Senza per forza di cose dover abbandonare il mondo ,questi pii individui rifuggono
lusso e ricchezze e indossano panni di ruvida lana( Suf in arabo) ed ispirandosi ad
alcuni versetti del Corano che lasciano intuire la possibilità di un contatto più intimo
con Dio,intraprendono un percorso di perfezione spirituale ( Tariqa in arabo) il cui
ingrediente principale è l’Amore di Dio cosa che non inficia la pratica religiosa. Come
accennato su ,il vocabolo Tasawwuf, sembrerebbe derivare da Suf abito di cotone per
indicare la scelta di una rinuncia alla mondanità,un percorso inizialmente ascetico
tutto incentrato sul timore di pene ultraterrene e speranza nella ricompensa del
paradiso, si pensi soprattutto ad Hasan Al Basri (M.728) figura legata a Rabia
Adawiyya,tra le prime figure il cui Amore puro per Dio sarà alla base dei suoi versi
poetici,tra le primissime testimonianze letterarie in lingua araba della espressione
della spiritualità islamica.Infatti con il progressivo sviluppo di questa tendenza che
mirava ad un rapporto più intenso con il Divino basato non solo su timore e speranza
,ma soprattutto sull’Amore,compaiono le prime testimonianze letterarie in cui
possiamo ravvisare i primi germogli di un Amore ( Ishq in arabo) puro per Dio ,scevro
da ogni terrore per punizioni ultraterrena o brame di ricompense. Lungo questo
sentiero ci imbattiamo nella figura di una donna ,una pia donna di Bassora ,Rabia
Adawiyya ( m.801) .Rabia Adawiyya, come ci testimonia il celebre scrittore e poeta
sufi persiano Faridaddin Attar ,era un orfana ,poi venduta come schiava e poi
affrancata dal suo padrone ,dopo che costui si rese conto che la profonda devozione è
spiritualità di Rabia .Dopo essere stata affrancata dal suo padrone,Raia si ritirò in una
capanna nella periferia di Bassora ,alcuni diranno di Baghdad,per dedicarsi totalmente
alle sue pratiche del culto e ascesi.Di Rabia Adawiyya ci restano una serie di detti
tramandati e raccolti e versi poetici che rivelano una profonda esperienza spirituale
basata sulla Purezza di un Amore incondizionato per Dio.

Ad esempio. :
Ti amo di due amori: uno di passione
e uno di cui Tu solo sei degno.
L’amore di passione consiste
nell’occuparmi con il ricordo di Te
.escludendo ogni altra cosa
L’amore di cui Tu solo sei degno è

che tu tolga i veli sicché io Ti veda.
Non a me va la lode in questo amore o in quello
ma a Te la lode in questo e in quello

Dunque l’esperienza spirituale di Rabia pone apertamente ora il tema dello Ishq/
Mahabba ,il più puro Anore di Dio. Altra figura molto importante nel Sufismo è quella
di Dhu Nul Al Misri( m.859) nato ad Akhmim ,villaggio dell’Alto Egitto da genitori
nubiani ,pare conoscesse i geroglifici per altro. Nel suo Sufismo il tema del’amore e
della ebbrezza d’amore sono trtrattati in modo altamente poetico .Dhu Nun approfondì
il tema della conoscenza immediata di Dio ( Ma’arifa in arabo) propria del seguace del
Sufismo. Il seguace del Sufismo, per Dhu Nun Al Misri, è attratto dal tremendo e
fascinoso mistero di Dio ,e per cui è chiamato ad annullare il suo ego per sussistere in
Dio .Dhu Nun per primo tentò di descrivere gli stati spirituali che il sufi deve
percorrere nel suo itinerario verso Dio .Ecco alcune citazioni:
Ho conosciuto il mio Signore
per mezzo del mio Signore
senza il mio Signore,
mai avrei conosciuto il mio Signore

oppure:

O Dio ,davanti alla gente ti invoco: O mio
Signore!
Ma nella solitudine ti chiamo:
O mio Amato ( Habib)

Da Dhu Nun Al Misri inizia il sentiero spirituale che si muove tutto tra due poli
Amore di Dio,ebbrezza e Conoscenza di Dio

Altra figura degna di nota nel panorama del Sufismo e della letteratura e poesia da
esso espresse, è Abu l- Hasan Al Nuri ( m.907) .Al Nuri ha trascorso
gran parte della sua vita a Baghdad dove per vivere ladorava nel mercatio della città.
Spirito fine,sensibile ,poeta con forte venatura spirituale ,condensa in espressioni
altrui e sublimi il vortice di Amore Divino che lo trascina e lo consuma ,un vero
torrente di ebbrezza divina

Nell’ eccesso del mio amore per Lui

vorrei conservare sempre in me
il ricordo( Dhikr) di Lui

Ma, o meraviglia
Proprio nel mio incontro ( Wajd)
Con Lui
sparisce il mio ricordo di Lui!

E cosa ancor più meravigliosa!

Ora sparisce l’incontro
ora sparisce il ricordo
a seconda che Egli
è vicino o lontano!.

Al Nuri splendidamente nei suoi versi ci parla dell’Amato che si sottrae e l’amante si
sente gettato nella terra dell’esilio eppure proprio nel momento dell’abbandono
.l’Amato si palesa e rapisce a sé il suo amante, tutto sparisce il Lui,ogni pena,ricordo e
desiderio
I maestri del Sufismo dunque nelle loro poesie e componimenti riprendono sempre
più il tema del vino ( Khamriyya) e i temi dell’amore profano ,temi ricordiamolo
molto presenti in grandi nomi della poesia araba,uno fra tutti Abu Nuwas ,cantore di
sensualità, amore,e del vino ,però caricandoli di valori e significati allegorici . Infatti
il linguaggio è le immagini restano quelle della vita mondana ,è il significato a mutare
: Dio è l’Amato, e le pene d’amore sono la tensione del poeta e sufi verso Dio , il cui
amore per l’umanità è simboleggiato dal vino, e l’ebbrezza è lo stato che consente di
trascendere il mondo materiale per raggiungere l’estasi spirituale ( Wajd). Tutto questo
in maniera ,plateale,sublime e con esiti drammatici ,sarà riassunto da colui che sarà il
martire per eccellenza dell’ Amore di Dio ( Al Ishq Al Ilahi) ,ossia Mansur Al Hallaj
Abu l Mughith Al Husayn Ibn Mansur Hallaj nasce attorno al 244 dell’egira nel
villaggio d Tur presso Bayda nel Fars .Suo padre svolgeva la professione di carelatore
di cotone e con tutta la famiglia si trasferirà in Iraq ,nella regione dello Ahwaz centro
di fiorente industria tessile. Il giovane Al Hallaj con la famiglia girerà per altri grandi
centri dell’Iraq come Tustar e Basra ,.A Tustar il giovane entrerà in contatto con uno
dei grandi Maestri del Sufismo dell’ epoca Sahl Ibn Abdullah At Tustari ( m.896) , poi

si trasferì a Bassora entrando al servizio di Amr ibn Othman Al Makki (m.910,) e
infine entrò al servizio del grande Junayd Baghdadi(m.910) .Da subito Al Hallaj
manifestò un carattere vivace ,attento e di autentico ricercatore della via spirituale.
Dopo la sua esperienza con i maestri della Via ,inizia a viaggiare moltissimo ,fece il
suo primo pellegrinaggio alla Mecca ,poi intraprese il suo primo grande viaggio
nell’est dell’attuale Iran ,tornando poi a Baghdad iniziando la sua opera di
predicazione intensa e profonda tuttavia prima che il tragico martirio di Al Hallaj
avvenga ,al Hallaj partì per un suo secondo lungo viaggio che lo condusse addirittura
nel Sindh ,Turkestan e Cina ,per predicare tra buddisti e indù e tornando da qui si recò
per il suo ultimo e più intenso pellegrinaggio alla Mecca .Rientra definitivamente a
Baghdad .A Baghdad, Al Hallaj attira un gran numero di persone, predica un fervente
amore per Dio ,che affascina la popolazione..Per questo subirà due arresti ,un primo
processo ,poi sospeso per l’intervento di un canonista Shafiita ,Ibn Surayj ,che di fatto
sottrasse il procedimento alla competenza della corte ,asserendo che le dottrine
spirituali e interiori dell’imputato non erano giudicabili in base alle norme della
giurisprudenza essoterica. Ma Al Hallaj non era libero ,perché fu detenuto comunque
lo stesso per 9 lunghi anni alla fine dei quali subirà un secondo processo conclusosi
con il feroce martirio del grande maestro spirituale , nel 922,crocifisso, dopo essere
stato mutilato ,fustigato, davanti ad una folla immensa radunatasi per assistere al
tragico supplizio di un grande maestro che aveva diviso l’opinione pubblica
musulmana con la sua predicazione di amore. Husayn ibn Mansur Hallaj ha composto
numerose opere I cui titoli ci son stati trasmessi dal poligrafo arabo Ibn Nadim nel suo
Kitab al Fihrist ,purtroppo però dopo il tragico supplizio, le autorità del califfato
abbaside non contente fecero distruggere tutti gli scritti del maestro. Oggi ,grazie ai
lavori del grande islamista Louis Massignon ,dello studioso iracheno Kamil Mustapha
Al Shaybi etc ,è stato possibile ricostruire alcuni degli scritti del grande Al Hallaj. Di
lui oggi abbiamo essenzialmente 3 opere le Riwayat ,brevi sentenze ispirate in cui
Dio si esprime direttamente in prima perpersona e dove troviamo entità spirituali
ispiratrici ad esempio Giacinto rosso ,ombra distesa ,vento del sud etc. Poi altro
grande testo di Al Hallaj, è il Kitab At Tawasin ritenuta uno degli ultimi scritti di Al
Hallaj, che tratta diversi importanti temi spirituali ,tra cui il primo di questi trattati
spirituali traccia la figura e la persona del Profeta Muhammad. E poi abbiamo il suo
Diwan,canzoniere ,e prima di trattare temi e citazioni, doveroso è accennare alla
certosina opera di ricostruzione del Diwan Al Hallaj attuata da Louis Massignon , che
ha rintracciato e analizzato tutti i frammenti poetici di Al Hallaj citati da diversi
autori successivi, integrando così i manoscritti più lacunosi e restituendo così un
Diwan completo e autentico. Nel 1931 Massignon pubblicò l’edizione critica del testo
arabo ,accompagnata da una prima traduzione in francese ,cui seguì una serie di
correzioni, emendamenti, aggiunte pubblicate nel 1953 .Nel 1955 infine ,li studioso
francese ,diede alle stampe la versione riveduta del Canzoniere di Al Hallaj ,con una
nuova introduzione ,ma senza l’accompagnamento del testo arabo. Successivamente
una nuova edizione critica del testo è stata proposta dallo studioso iracheno che pur
seguendo nelle linee generali il testo stabilito da Massignon ,ne ha migliorato in più
punti la lettura e l’interpretazione. I Temi affrontati da Al Hallaj nelle sue opere
,purtroppo le poche pervenutaci, spaziano tra la predicazione tutta intrisa dal
folgorante contatto con il Vero, al pellegrinaggio interiore in quella casa di Dio che è
il cuore umano centro dell’ autentico Amore Divino. Ebbrezza estatica ,totale
immersione nell’Amore totale per Dio, ecco il ricorso all’ immagine del vino che
inebria

Ti fa posto il mio cuore tutto intero

lì non c’è spazio per cosa creata .

Tra la pelle e le ossa Ti trattengo

che ne ssarà di me se mai Ti perdo?

Il Tuo Spirito si è impastato con il mio

come l’ambra con il muschio odoroso

Se qualcosa Ti tocca ,mi tocca:

non c’è più differenza, perché Tu sei me

l’ amato si unisce all’ amato

e si separa il diletto dal diletto

Si fondono due forme in uno stato

sciogliendosi come vino nell’acqua

Celeberrimo è questo bellissimo componimento di Al Hallaj

O tu che vuoi sapere la nostra storia ,

se ci vedessi non ci dustingueresti

Io sono Colui che amo e Colui che amo è me
siamo due spiriti che dimorano in un corpo

Da quando siamo in stretta intimità
la gente ci cita come esempio

Se dunque vedi me ,vedi Lyi
e se vedi Lui ,vedi noi

C’è in Te un’idea che trascina le anime,
sei l’argomento che da sè si dimostra
Possiedo un cuore dagli occhi penetranti ,

che Ti fissano,e tutto è in Mano Tua

il mio anelito per lui è Folle amore per Te ,
perché sei Tu l’oggetto delle nostre allusioni .
I nostri spiriti insieme son legati
per la Tua lode e nella Tua presenza.

Tra i nomi meritevoli di essere citati nella panoramica del Sufismo, e della letteratura
sufi in lingua araba, troviamo Ibn Ata Allah Adami e Abu Bakr Al Shibli, due amici
intimi del grande Al Hallaj per altro Abu Bakr Al Shibli è autore di un suo Diwan
ricco di immagini di ebbrezza divina causata dal vino ,con immagini riprese dal
simbolismo profano di Abu Nuwas

Altri due grandi nomi di autori di poesie e scritti sufi sono Ibn Al Farid ( 1181-1235)

e Ibn Al Arabi ( 1165 -1240) Il primo nato e morto al Cairo ,autore di un Diwan con
poesie d’amore che si possono interpretare in senso spirituale o profano ,una ode
spirituale dedicata al vino( Khamriyya) e un poema di 760 versi noto come Ta’iyyah al
Kubra. E Ibn Al Arabi nato a Murcia in Andalusia peregrina che visitò le principali
città del Medioriente dal Cairo ,alla Mecca a Konya,Aleppo e nel 1230 va a Damasco,
autore prolifico ,si parla di ben 400 opere tra cui Fusus Al Hikam e Tarjuman Al
Aswaq 61 poesie con due prefazioni nella prima dichiara di averle composte per una
fanciulla e nella seconda che devono essere lette in chiave allegorica

Bibliografia
Al Husayn Ibn Mansur Hallaj, Il Cristo dell’Islam, Scitti Mistici ,Mondadori

Al Hallaj, Diwan a cura di Alberto Ventura

Giuseppe Scattolin, Esperienze Mistiche nell’Islam Primi tre Secoli.Emi Bologna
Alberto Ventura, Il Crocifisso dell’Islam ,Al Hallaj storia

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