Lo stato di apartheid continua le vessazione contro i palestinesi

Per tutta il fine settimana l’esercito mercenario di apartheid ha fatto si che coloni illegali di Israele potessero entrare indisturbati sulla spianata delle Moschee, impedendo però l’accesso ai fedeli musulmani.

Queste violazioni avvengono indisturbate dal 2003, nonostante i continui appelli da  parte del Waqf islamico che ne denuncia l’aggressione.

In più l’esercito braccio armato dell’apartheid, ha costretto circa 400 pastori dell’entroterra di Ramallah, ad abbandonare le proprie abitazioni e edifici atti al ricovero degli animali e loro trattamenti per confiscarli e darli ai  coloni illegali assassini.

I pastori hanno organizzato una giornata di protesta per farsi sentire sia a livello locale e sia internazionale e poter dire la proprie ragioni di  continui soprusi da oltre 20 anni dei mercenari israeliani che vanno sotto le insegne dell’idf.

I guerrafondai sionisti cercano di cacciar via dalla valle del Giordano non ancora assoggettata, West  Bank, quanti più palestinesi possibile per poi poterne prendere possesso definitivamente e darlo ai coloni illegali.

Per far ciò, l’esercito al soldo del governo di apartheid ha demolito le baracche degli animali, distrutto le tende dei pastori e forato a colpi di mitra i serbatoi dell’acqua, classificando la zona della comunità pressa di mira con la lettera C, che nei famigerati accordi di Oslo, significa “controllo civile e militare israeliano”.

I soldati hanno “consigliato” loro di trasferirsi in altri terreni classificati nelle aree A (sotto l’ANP) oppure B (controllo misto).È più che chiaro che è in vigore la politica di sostituzione etnica, ancora più accentuata da quando il piano della “frode del secolo”, è stato annunciato da Trump e Netanyahu.

Secondo i dati dell’ONU, negli ultimi 10 anni, 110 mila palestinesi sono stati cacciati dalle loro terre, praticamente la Nakba non è mai finita. Il mondo intero continua a guadare succube delle bugie sioniste israeliane che cercano di imbavagliare ogni reazione che sia contraria alla loro mal sana idea di distruggere la Palestina.

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