Regeni: ecco cosa frena l’Italia dal condannare l’Egitto

Regeni aspetterà a lungo, se non per sempre prima che gli sia fatta giustizia, e cosi i suoi genitori come tutte le forze civili e democratiche in Italia. Aspetteremo invano, visto che anche i nostri rappresentanti non stanno facendo assolutamente nulla, se non per fini elettorali, giocando senza dignità sulla pelle del ricercatore e sul dolore dei suoi genitori.

La famiglia Regeni, che non vedrà mai puniti gli aguzzini di suo figlio e il dittatore che è complice del suo omicidio e delle sue torture, perché ha permesso e poi nascosto tutto questo.

L’Italia invece, il 23 dicembre, come se nulla fosse, ha permesso ai rappresentanti del dittatore, non solo di entrare sul nostro territorio, ma anche di portarsi via una delle due fregate che la nostra industria ha venduto al governo macchiato di sangue.

Sì, l’Italia ha consegnato la prima delle due fregate Fremm al governo del dittatore a La Spezia. Cerimonia avvenuta in sordina senza la presenza di rappresentanti politici. Nessuno dei media italiani ha riportato la notizia per non mettere in cattiva luce il nostro governo, che davanti usa dire parole di condanna per tenere a bada chi cerca la giustizia, ma poi alle spalle, in segreto, fa affari con chi, senza nessuna vergogna, ammazza e uccide cittadini italiani.

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I nostri rappresentanti dovrebbero prendere esempio dalla società civile, come abbiano visto in questi mesi, e lottare per la nostra dignità di popolo anche contro quelle autorità europee, vedi la Francia, che non curanti, hanno avuto il coraggio di assegnare premi a un feroce dittatore che ha ucciso migliaia di oppositori politici interni senza processo, incentiva la guerra in Libia assoldando e proteggendo un miliziano mercenario che destabilizza l’area mediterranea e si è permesso di rapire marittimi italiani e soprattutto ha offeso la nostra  dignità di nazione, permettendo la tortura e nascondendo gli assassini, rendendosi complice, alla giustizia internazionale.

Noi ringraziamo la “Rete italiana Pace e Disarmo” che ha denunciato ciò che è avvenuto muovendo accuse di insabbiamento, poiché questa vendita è avvenuta senza aver informato l’Italia intera. Vendita effettuata con un un Paese che ha con l’Italia una questione giudiziaria in sospeso: l’omicidio e la tortura di Giulio Regeni.

Si stima che per i prossimi quattro anni, l’Egitto acquisterà armamenti dall’Italia per una cifra che si aggira intorno gli undici miliardi di euro. Al Cairo, la consegna della fregata alla marina egiziana è stata salutata con fragore e molta stampa autorevole araba ha titolato che la questione Regeni è ormai archiviata.

Alla buona faccia dei nostri valorosi rappresentanti che ancora una volta, sono stati presi in giro e hanno facilmente svenduto la nostra dignità per qualche pugno di “euri”.

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