Giornalista in carcere perché scomoda al regime egiziano

Scomparsa sabato mattina da Luxor dopo aver telefonato a un amica dicendo che era seguita da un poliziotto, la giornalista Basma Mustafa che aveva svelato il depistaggio governativo dietro il caso Regeni.

La polizia ha negato ogni coinvolgimento sino a quando gli avvocati della stessa sono riusciti a sapere che la donna era in carcere nella stessa città da dove si era fatta sentire l’ultima volta.

Si è saputo che il tribunale ha stabilito 15 giorni di detenzione cautelativa per la giornalista senza riferire a nessuno i motivi della stessa detenzione. La giornalista è una spina nel fianco del regime dittatoriale di Sisi, poiché oltre a svelare il complotto su Regeni, stava lavorando a dei servizi sui disordini nelle città egiziane che protestano contro la brutalità del regime la quale vuole coprire agli occhi del mondo.

La giornalista Zaina Erhaim ha descritto Basma Mustafa in un tweet come “la fonte principale di molti scoop su #fairmontincident“, il caso di stupro di una donna appena 18enne usando droga, da parte di alte cariche dello stato egiziano corrotto.

Le autorità egiziane, per nascondere e coprire il tutto, hanno arrestato i testimoni, nel mezzo di una campagna diffamatoria apparentemente coordinata contro di loro da parte dei media filo governativi.

In Egitto oltre che protestare per legittimare la propria libertà, fare il ricercatore di un altro paese e il giornalista è un lusso che si paga spesso con la vita grazie anche alla complicità dei governi che riconoscono il dittatore ora al potere.

Facebook Comments Box