Ferimento di JB: gli USA di nuovo in fiamme

Sono più di tre giorni che nello stato del Wisconsin si verificano scontri e devastazioni di protesta contro un altro sopruso della polizia verso la gente di colore. Il movimento di protesta assale uffici governativi, sedi polizia con sassaiole e lanci di oggetti, attaccando auto e mezzi blindati della polizia.

Tutto perché domenica 23 Agosto, un poliziotto, poi in seguito identificato, ha sparato sette colpi di pistola alla schiena a Jacob Blake, 29enne, mentre tentava di salire nella sua auto. L’afroamericano non è stato assassinato, ma rimarrà per sempre paralizzato dalla vita in giù. I poliziotti erano in tre di cui due che cercavano di tirar fuori dalla macchina il Blake. Il poliziotto che ha aperto il fuoco era sul lato dell’auto, alle spalle di Jacob a un metro di distanza. Vicino l’auto vi erano la moglie e figli. Sembra che ai poliziotti bianchi statunitensi non importi molto della vita degli afroamericani loro concittadini, nonostante tutti i disordini accaduti nei precedenti soprusi e assassini compiuti nei mesi passati.

La città di Kenosha è stata presa d’assalto e non sembra che il movimento voglia attenuare le proprie proteste, memore dei precedenti avvenimenti. Il presidente degli USA ha intenzione di mandare la Guardia Nazionale per sedare le proteste, visto che la polizia non riesce a gestire la situazione.

Ancora più grave, la sera del 25 Agosto, un gruppo di persone armate di fucili semi automatici, ha aperto il fuoco contro i manifestanti che si dirigevano verso un alta zona della città. Dallo scontro ne sono uscite due persone uccise: un 26 enne e un 36 enne. Video dei circuiti di sicurezza e dei telefonini hanno incastrato l’assassino bianco che ha premuto il grilletto della sua arma puntata sulla folla: è stato ritrovato a venti chilometri di distanza, nello stato dell’Illinois, Antiochia, nella sua abitazione è arrestato dallo sceriffo Norman Johnson. E’ un ragazzo di 17 anni identificato come Kyle Rittenhouse.

Le immagini sui circuiti internazionali hanno shockato un’altra volta il mondo e rischiano di provocare un’ondata di nuove proteste antirazziste in tutti gli Stetes. Già ci sono state manifestazioni e decine di arresti a New York, Philadelphia, Los Angeles. Altri arresti a Louisville dove circa settanta manifestanti sono stati arrestati mentre chiedevano giustizia per Breonna Taylor, la ragazza afroamericana uccisa dalla polizia mentre dormiva nella sua abitazione.

Il timore delle autorità è che a Kenosha e in tutti gli Usa è soprattutto per il prossimo fine settimana, possano di nuovo accadere le stesse proteste violente dopo la morte di Floyd.

Mentre Trump twitta che riporterà l’ordine a tutti costi, il candidato alle presidenziali Baiden chiama la famiglia di JB, promettendo giustizia per il ventinovenne destinato a rimanere paralizzato. “Abbiamo bisogno di mettere fine alla violenza e di unirci per chiedere giustizia”, ha detto l’ex vicepresidente.

Anche qui si nota, come in tutti gli stati, dove governa il populismo sovranista, la differenza di trattamento dei propri cittadini, chi li considera dei semplici voti da ottenere alla occorrenza, chi li considera cittadini da aiutare e governare con giustizia e severità. “American first”, ma quale America? Quella bianca?

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