Certificazioni halal. La credibilità degli audit da remoto

Di Carlo Mazzarella

Quanto vogliamo credere nei marchi di certificazione e quanto ci possiamo fidare. Attraversiamo un periodo buio dell’esistenza umana in cui la diffidenza, la paura hanno la meglio sui buoni sentimenti che dovrebbero guidare le nostre vite. Riceviamo notizie contrastanti dai super potenti mezzi di comunicazione, siamo disorientati dalle possibilità di chiusure aggiuntive, dal numero dei contagi, dal numero morti, se il virus esista o se sia un’invenzione mediatica o dei governi.  Poi ci ritroviamo alle nostre vite, alle piccole cose, torniamo a cercare quello che ci fa stare
bene, cerchiamo di appigliarci a queste cose, cerchiamo il prodotto particolare o il cibo che più ci piace per lenire la nostra incertezza sul presente e sul futuro. La storia della qualità, delle garanzie dimostrabili, ci ha portato ad essere consumatori accorti, a non credere più alle carovane il cui banditore vendeva pozioni magiche. Ci siamo migliorati, crediamo nelle certificazioni !!! unico strumento efficace per la nostra serenità, abbiamo marchi a cui ci affidiamo, di cui conosciamo il logo e sappiamo essere compatibili con le nostre esigenze.

La pandemia ci ha scombussolato la vita, ha messo tutto in disordine, è cambiato tutto le nostre abitudini il nostro modo di vedere ciò accade intorno a noi.  Guardiamo chi fa un colpetto di tosse con sospetto, chi fa uno starnuto come un criminale e chi sfortunatamente avesse due linee di febbre come un untore. Ma perché il nostro sguardo sospettoso non va anche alle cose, al cibo. Mettiamo insieme il distanziamento sociale, la riduzione del personale delle aziende il lavoro da casa, pensando superficialmente a queste cose mi si ferma il fiato e penso “e le mie adorate
certificazioni come le fanno?” Le certificazioni sono una cosa importante, garantiscono il consumatore cioè “tutti noi !”

Tranquillo mi dicono, le certificazioni si fanno, le attività di verifica non sono sospese, vengono condotte da remoto.
COME DA REMOTO !!!

Come può qualcuno certificare il cibo senza vedere come lo preparano, senza sentire gli odori, valutare l’azienda, i fornitori e tutto il resto. Il mondo si è diviso, alcuni ritengono che la certificazione da remoto sia uno strumento
efficace e che garantisca il consumatore esattamente nello stesso modo in cui lo garantiscono le verifiche normali, chi invece blocca tutto e afferma con fermezza che un alimento non si può verificare da lontano.  Sicuramente la documentazione di un’azienda può essere verificata da remoto, tutti i documenti legali, autorizzativi, formativi, procedurali… ma la parte pratica quella operativa come si fà ?.

Ricordiamo che un auditor è un valutatore, colui che valuta, e da creatura di Dio utilizzi i 5 sensi, da remoto come si fà ? Non si può usare la vista, si perde la visione di insieme quella che a colpo d’occhio fa capire la situazione generale aziendale, che da l’ input su dove andare a guardare, su cosa domandare, non possiamo “vedere” lo stato generale di pulizia ad esempio, i possibili contaminanti conservati vicino alla produzione, le temperature dei frigoriferi, lo
stato di conservazione.  Non si può usare l’olfatto, si perde la possibilità di verificare se sono presenti odori molesti, o di sostanze che vietate, dannose o semplicemente non appropriate a quell’azienda di cui si conosce l’odore. Non si può sentire la puzza dei prodotti deteriorati, il profumo dei prodotti freschi, non dimentichiamo che per molti alimenti e bevande l’odore è caratteristico, e fa parte dei controlli.

Non si può usare l’udito non si possono sentire le persone che lavorano parlare, non sentire lo stridere di un macchinario non ben tenuto, gli allarmi di sicurezza attivati, non si possono fare domande ad operatori nelle vicinanze, ma solo a chi viene mostrato (?).

Non si può sentire il crepitio di una confezione chiusa male, l’aria che esce da una confezione che ha perso il sottovuoto, non si può usare il tatto, non si può prendere il prodotto tra le mani, toccarlo, verificare il confezionamento, vedere se una superficie è unta o polverosa, la realtà è che si va avanti e ci si adatta a tutte le situazioni, siamo in una fase di cambiamento in cui coesistono diverse opinioni, chi ritiene la verifica eseguita con un
sistema informatico valida e affidabile e chi no. E noi che dovremmo fare?

Comprare non comprare, fidarci non fidarci. Anche in questo caso le responsabilità sono demandate a noi, la parte apparentemente finale, ma di fatto la più importante, la più forte perché finanzia tutto, ma contestualmente
anche la più debole, quella con le esigenze, quella che chiede garanzie, affidabilità, fiducia e tranquillità al acquisto.
Potrebbe essere il nostro momento per intraprendere una strada più consapevole, più istruita, incamminiamoci verso la qualità dei marchi, quali sono i marchi halal più affidabili, impariamo, capiamo cresciamo e scegliamo per la nostra salute e per la nostra fede.

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