Alimentazione halal, aumento globale del 5.1 per cento

I musulmani hanno speso 2,2 trilioni di dollari nel 2018 nei settori alimentare, farmaceutico e dello stile di vita, in crescita del 5,2 per cento rispetto al 2017, secondo il rapporto State of the Global Islamic Economy 2019/20 di DinarStandard.

Il 63,6 per cento, ovvero 1,37 trilioni di dollari di spese musulmane globali, usato per cibo e bevande, il restante per abbigliamento e calzature, media e attività ricreative, viaggi, prodotti farmaceutici e cosmetici. L’abbigliamento e le calzature sono il secondo settore più grande: 283 miliardi di dollari spesi dai musulmani nel 2018 rispetto ai 270 miliardi del 2017.

Per il viaggio spesi 189 miliardi di dollari nel 2018, rispetto ai 177 miliardi del 2017.

DinarStandard ha affermato che i prodotti halal rappresentano il 54 per cento del valore dell’affare. Prodotti farmaceutici halal, cosmetici e media a tema islamico, sebbene attraggano investimenti, restano indietro.

Secondo il rapporto, la spesa per alimenti e bevande halal rappresenta il 17 per cento, e viene valutato circa 1,37 trilioni di dollari, mentre la spesa per il Lifestyle islamico si aggirerebbe intorno ai 2,2 trilioni di dollari, dove abbigliamento, viaggi e attività ricreative fanno da traino. Il trend è in continua crescita, sopratutto lo sviluppo dell’industria halal nei paesi musulmani e non, dove un dato emerso di estrema importanza è che i principali esportatori di alimenti halal nei 57 Stati membri dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC) rimangono paesi non musulmani, dove ad esempio il Brasile, esporta 5,5 miliardi di dollari agli stati OIC, seguito dall’Asutralia coni 2,4 miliardi di dollari, confronto ai 621 milioni di dollari dal Sudan.

I paesi che guidano la speciale classifica di fatturato per l’alimentazione halal è l”Indonesia con 173 miliardi, seguita dalla Turchia per 135 miliardi e dal Pakistan per $ 119 miliardi.

 

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