Un’intera famiglia di rifugiati si offre volontaria per servire il popolo italiano

In questi tempi bui, dove il coronavirus o meglio COVID-19, sta procurando solo desolazione e disperazione, per le migliaia di morti, dell’economia in ginocchio, molte azioni che ti scaldano il cuore, arrivano, sopratutto da chi meno te lo aspetti. Questa è la storia di Syed Haroon Ahmed, cittadino di origini pakistane, che vive a Brescia, insieme alla sua famiglia, e proprio nel nostro paese ha ottenuto lo status di rifugiato, insieme a tutta la sua famiglia, composta da sei membri.

Il Signor Ahmed è un’attivista per la prevenzione del cancro causato dall’amianto, per cui ha partecipato a molte conferenze e forum internazionali, e contro l’estremismo religioso.

Ha avvertito la forte volontà di sdebitarsi con la nazione che lo ha accolto, inviando una lettera ai servizi sociali del Comune di Brescia, dichiarando che tutta la sua famiglia è pronta  a fare volontariato nel settore sanitario, rendendosi disponibile 24 ore su 24, sentendo il dovere di servire l’Italia e il suo popolo.

Di seguito il testo della lettera inviata:

Oggi il mondo e soprattutto l’ Italia, sta attraversando un periodo molto critico. Il coronavirus peggiora le condizioni della Regione Lombardia. Migliaia di persone soffrono di coronavirus. Ho 6 membri della famiglia. Vi dico che se il governo vuole un volontario per il lavoro sanitario, siamo disponibili 24 ore su 24 . Dal momento che il governo italiano ci ha dato il permesso di Rifugiato per vivere qui, è nostro dovere ora servire il popolo italiano.
Prego Dio onnipotente per salvare l’Italia e tutto il mondo“.

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