Ramadan, capire il mese sacro per i musulmani

Spesso si chiede a noi musulmani, cosa è questo mese, perché facciamo il digiuno, per quale motivo e com’è possibile farlo per un mese intero, senza soffrire o avere grosse difficoltà.

Innanzi tutto, il mese si chiama ” رمضان ” scritto in lettere latine Ramadan o a volte Ramadhan, in ogni caso il suono della parola è sempre quello, da non confonderlo con la storpiatura che ancora oggi molti italiani si ostinano a ripetere (ramdam).

Il nome Ramadan deriva dalla radice araba ” رمط” che significa “aridità – calura rovente”, riferita però al tempo del mezzogiorno. Il significato figurativo della radice araba, esprime quella sensazione di trovarsi in pieno deserto con la mancanza di cibo e acqua proprio quando il sole è nel punto più alto del cielo, il momento più sofferente della giornata per chi è tra le dune di sabbia.

Il Ramadan fu istituito teologicamente solo al secondo anno dell’Hijra musulmana(il secondo anno dell’arrivo a Madinah del profeta Muhammad), nel 624DC. In precedenza nei territori arabi già si praticavano differenti digiuni, sia giornalieri e sia anche di più giorni, vedi i periodi “Quaresimali” delle Chiese Siriache, comuni nella penisola araba e il digiuno giornaliero fatto dagli arabi nel giorno decimo di Muharram, che serviva a espiare i peccati ed evitare la siccità; si ha anche notizia dei popoli Mandei, che vivevano nel nord dell’Iraq, nell’area di Giazira, che facevano digiuni lunghi già prima della conversione all’Islam.

I digiuni erano compiuti anche da altre comunità cristiane o di altre religioni a quel tempo, anche se eseguiti in modi diversi, quindi era una pratica riconosciuta e non solo in uso alla religione islamica.

Il mese lunare dura dai 29 ai 30 giorni e i musulmani rispettosi sono obbligati a compiere il digiuno dall’alba al tramonto. Esso inizia con la luna crescente, detta ” هلال ” Hilāl. Il tempo del digiuno inizia appena s’intravede la primissima luce dopo la notte che corrisponde al tempo del ” الفجر ” alFajr e termina appena scompare il sole un attimo prima del tramonto, quando ancora nel cielo vi è la luce del sole che corrisponde al tempo del ” المغرب ” alMaghrib.

Nei paesi dove avviene il cosiddetto “sole di mezzanotte, si adottano i tempi dell’ora di Makkah per svolgere l’inizio e la fine del digiuno. Vi sono però altri pareri che consigliano di utilizzare gli orari dei paesi vicino dove è possibile scorgere l’alternanza del giorno con la notte.

Nel periodo di luce del giorno il musulmano non può dare sfogo ai suoi istinti, non può comportarsi male, avere cattivi pensieri, arrabbiarsi, innervosirsi, toccare una donna o un uomo, fumare, mangiare e bere.

La sua giornata deve essere dedicata esclusivamente al bene e all’attenzione verso la sua religione.

In questo mese, oltre a leggere molto il Corano e partecipare a tutte le cinque preghiere in congregazione, il musulmano deve partecipare alla preghiera del ” تراويح ” Tarawih, che consiste in una serie di circa 08-20 preghiere, suddivise in quattro dove si compie una pausa per riposarsi, da qui la preghiera ne prende il nome. Si recita un trentesimo del Corano ogni sera, in modo che entro la fine del mese sia terminata la lettura. Il Corano è suddiviso in trenta parti, che ne facilitano la recitazione, ma è usanza di tutti gli imam, di recitarne più della trentesima parte in una serie, tanto che si arriva a volte a finire la recitazione alla ventisettesima notte, la cosi detta ” ليلة القدر “, Layla alQadr, la  Notte del Destino.

Importantissima questa notte, che ricorda a tutti i musulmani la sera in cui il profeta Muhammad ricevette per la prima volta la recitazione del Corano da parte di Dio tramite l’arcangelo Gabriele. I primi versetti furono cinque e furono quelli della sura ” العلق ” alAlaq, l’Aderenza. Essa è considerata la notte più importante dell’anno, infatti, nel Corano se ne accenna in questi termini: “la Notte del Destino è migliore di mille mesi”, in sura ” القدر ” alQadr, il Destino versetto n°3 “لَيْلَةُ الْقَدْرِ خَيْرٌ مِّنْ أَلْفِ شَهْرٍ “. Di solito per convenzione si evoca il 27 Ramadan, ma essa può accadere una delle ultime dieci notti dispari del mese.

Il Ramadan termina con la fine del mese lunare, ossia massimo trenta giorni dall’inizio se la nuova luna non si riesce a vedere, e il giorno successivo è chiamato ” عيد الفطر ” Aid alFitr: festa della rottura del Digiuno, dove il musulmano si reca a inizio mattinata a compiere la preghiera della festa e poi condividere questa giornata insieme a tutti i suoi cari in allegria e festeggiando la buona riuscita del mese sacro.

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