Il sufismo e le Donne (4/4)

di Amal Oursana

Un’altra figura femminile che è inevitabile citare per la sua grandezza e una maestria silenziosa: Fatima AlFihrya (H.G 200; D.C.800) nativa di Qayrawan, Tunisia e cresciuta a Fez in Marocco. Fatima fondò la più antica Università del mondo: AlQarawiyyin, si trova nella città di Fez. Divenne in breve tempo un riferimento per l’intera area mediterranea. Fatima AlFihrya conosciuta come “Um al banine (la madre di tutti i figli) era figlia di un mercante. Con la famiglia dovette migrare da Qayrawan a Fez all’inizio del IX secolo. Alla morte del padre lei e la sorella ereditarono insieme un grande patrimonio e decisero d’investirlo per migliorare la città, la cultura e la vita delle persone.

A testimonianza del ruolo tutt’altro che secondario della donna nella civiltà mussulmana, fondarono diverse madrase (scuole), sibil (fontane pubbliche) e jama’a (moschee) a Fez. Maryam fu artefice della moschea alAndalus, mentre Fatima iniziò un ambizioso progetto: costruire una moschea con una madrasa annessa che sarebbe diventate un grande centro di studio e conoscenza. Così nel periodo del Ramadan del 245 HG (859 D.C) Fatima, nel pieno del mese del digiuno iniziò i lavori, chiamando quella che sarebbe diventata la prima università al mondo: AlQarawyyn (in onore della città AlQayrawan da dove venivano i suoi antenati). Si dice che Fatma, come aveva promesso al Allah, terminò il digiuno diciotto anni dopo, quando i lavori del complesso finirono.

Con il passare del tempo, la moschea AlQarawyyn divenne la più grande in Africa, con una capacità di 22.000 persone e l’Università si guadagnò la reputazione di “Atene dell’Islam”.

Non si trattava di un’accademia esclusivamente religiosa: oltre al Corano e alla Fiqh, tra le materie di studio c’erano grammatica, retorica, logica, medicina, matematica, astronomia, chimica, storia, geografia e musica. Aperta non solo a mussulmani, ma a tutti gli studenti da tutto il mondo. Fu frequentata da illustri come Ibn Khaldun, Ibn Arabi, il cartografo AlIdrisi che visse in Sicilia autore della famosa “tabula rogeriana”, e il filosofo Gerberto di Aurilac. Quando diventò Papa nel 999 sotto il nome di Silvestro II introdusse i numeri arabi nel vaticano direttamente da Fez a Roma.

Oggi AlQarawyyn è considerata la più antica istituzione educativa esistente al mondo. Dalle fonti storiche è la prima università seguita in ordine cronologico dall’Università di AlAzhar del Cairo, fondata nel 975 e dall’Università di Bologna nel 1088.

Un’altra donna degna di essere citata e la cui voce si alzò a difendere la fama delle donne nella storia dell’islam è Zaynab, figlia di Alì e Fatima, una delle nipoti del Profeta, sorella di Hassan e Husseyn.

La sua tomba, il mausoleo è il principale visitato in Egitto presso la moschea del Cairo. È venerata in alcuni paesi mussulmani come Iran, Siria e Egitto. Addirittura, esiste un altro mausoleo, oltre a quello del Cairo, è si trova a Damasco. L’aspetto materno di Zaynab emerge dai nomi a lei attribuiti: “la madre degli indigenti”, dei bisognosi, degli orfani. Sayyida Zaynab è considerata la protettrice delle donne e ogni anno viene festeggiato l’anniversario del suo arrivo in Egitto per tre settimane.

Le citazioni qui fatte sono limitate rispetto alla numerosità della presenza femminile nella storia dell’islam e del sufismo. A tutt’oggi le donne nel sufismo sono presenti e attive nei territori del Medio Oriente, nord Africa e India; anche in occidente sono in atto movimenti grazie all’apertura delle turuk e alla diffusione del sufismo nell’ultimo secolo.

Alle donne viene dato rispetto e la precedenza negli ambiti in cui non si ricade nel patriarcale giudizio delle donne un gradino più in basso. Così Nur Artiran, di origine turca, ha ricevuto l’autorizzazione ad insegnare metnavi, l’eredità spirituale della confraternita del celebre maestro: Rumi (1207-1273). Attualmente è la maestra della confraternita Mevlevi.

Poiché il mondo mussulmano attraversa una grave crisi, la presenza dei sufi garantisce un ritorno alle origini, stabilità e apertura. Qualunque sia l’epoca, ogni maestro/a è un vivificatore dell’essenziale del messaggio profetico che verte alla purezza dello spirito e al ritrovamento della connessione con l’amore divino, come scrive il poeta Rumi in un suo poema: “… Soltanto di cose in prestito vive questo cuore. Il giardino d’amore è infinitamente verde e dà molti frutti oltre alla gioia e al dolore. L’amore è al di là di entrambe le condizioni. Senza primavera, senza autunno, è sempre nuovo”.

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