Candidata consigliere di FdI a Genova: alleanza con l’Islam (2/2)

Arianne Ghersi-Festival-politica-internazionale-ilCosmopolitico-2021

(prima  parte)

Parlaci del tuo programma

Ovviamente, mi occuperò dei problemi della città di Genova, che sono molti: cercherò di aiutare i miei concittadini e potrei parlare ore di temi caldi come il trasporto pubblico, la qualità delle strade, la necessità di supporto per gli anziani, visto l’intera regione essere tra quelle con il maggior numero di persone in elevata fascia d’età, come della necessità di trattenere i giovani ad oggi troppo spesso costretti ad emigrare… Ma visto il focus della rivista, voglio approfondire alcuni temi di interesse più specifico.

Per quanto riguarda la presenza di stranieri (tali o di “origine”) mi piacerebbe sviluppare un’intuizione che piccole o grandi associazioni/enti hanno sperimentato in altri luoghi italiani: l’interpretariato telefonico. Mi piace essere concreta e pertanto citerò un esempio. Ad oggi, se un arabofono ha bisogno di un interprete per essere visitato da un medico, seppur con mille traversie e tanta burocrazia, può ricevere l’assistenza richiesta. Poniamo però il caso che un arabofono si rechi al pronto soccorso durante la notte e che l’anamnesi del paziente sia fondamentale al medico per stabilire le cure a cui sottoporlo: in questo caso sia chi usa un idioma diverso dall’italiano sia il medico sono abbandonati a stessi.

Mi piace essere sincera ed ammetto che io stessa avrei problemi a parlare di vicende inerenti il campo medico in un’altra lingua e, con una relativa onestà intellettuale, sono pronta a “scommettere” che moltissime persone si troverebbero nella mia stessa situazione. Quanto descritto, però, arreca un danno anche al medico, spesso italiano madrelingua, che si trova costretto a non svolgere al meglio la propria professione per via del blocco linguistico.

Alla luce di quanto descritto propongo di creare un interpretariato telefonico con il semplice uso del vivavoce. Più interpreti saranno soggetti ad una reperibilità anche notturna e la loro professionalità sarà posta in essere dal luogo che preferiscono (anche la loro abitazione). Ovviamente, almeno inizialmente, saremo costretti ad una cernita delle lingue più diffuse sul territorio e l’arabo è sicuramente tra questi. Conosco vari interpreti che prestano servizio in tribunale e presso altre autorità di controllo che si dicono entusiasti della mia proposta.

Mi piacerebbe che questo servizio fosse esteso anche ai principali uffici comunali e alle sedi di polizia con maggior contatti con lingue diverse dall’italiano. Anche in questi ambiti, è vero, ci sono giornate in cui sono previsti dei mediatori, ma se il servizio fosse utile in orari o momenti non “coperti”? Ecco che la mia proposta diventa fondamentale.

Ciò su cui vorrei che fosse concentrata l’attenzione è l’ingiustizia a cui sottoponiamo molti professionisti che definirei “di trincea”: è innegabile che l’integrazione abbia delle complessità intrinseche ed è assurdo che tali criticità siano affrontate senza nessun aiuto da chi svolge lavori con maggior contatto per il pubblico. Vorrei che questo servizio fosse inteso dai miei concittadini come un reale aiuto e le persone con cui ho avuto il piacere di condividere la mia idea hanno tutti espresso entusiasmo.

Se eletta, quali saranno le tue priorità

Ecco che mi si dà l’opportunità di riprendere in modo più ampio il mio programma. Oltre alla proposta appena descritta mi piacerebbe lavorare,in particolare ma non solo, su tre aspetti critici: la disoccupazione giovanile, la disabilità e la terza età.

Per quanto concerne i giovani, ho riscontrato direttamente una problematica: al termine dei tirocini previsti dall’università si rischia di rimanere vittime di un’assordante confusione. Gli stage proposti sono spesso da svolgere presso privati e trovare quindi un’esperienza idonea rischia di farci perdere molto tempo su app e siti caotici. Vorrei creare uno sportello dove giovani laureati possano essere accolti ed aiutati affinché possano approcciarsi con più serenità alla prime esperienze professionali. L’esistenza di un ufficio simile garantirebbe inoltre standard qualitativi specifici anche per i datori di lavoro.

Per quanto riguarda la disabilità e la terza età alcune complessità le conosco per via della mia sfera personale e mi rendo conto che moltissimi cittadini non conoscono i servizi a loro offerti o non sanno come usufruirne. Spesso non ci facciamo caso, ma è fondamentale riflettere su come una semplice uscita da casa sia per taluni da pianificare: Come arrivo? Ci saranno spazi idonei? Saranno presenti barriere architettoniche?

Proprio queste piccole ma grandi incertezze creano difficoltà ciclopiche in aspetti semplici della nostra esistenza. Sono in contatto con alcuni rappresentanti delle categorie fragili e stiamo vagliando le ipotesi che possano maggiormente racchiudere quanto ho descritto.

Come vedi la situazione islamica in Italia

Devo preliminarmente spiegare come io veda un deterioramento della società sotto il punto di vista dei valori: menefreghismo, intolleranza, aggressività e scarsa cura del prossimo. Il covid ha indubbiamente amplificato questi aspetti.

Sono convinta che possa esistere una sana “alleanza” tra le religioni del libro (ebraismo, cristianesimo ed islam) in chiave valoriale. Dobbiamo incentivare le nascite, la solidità dei nuclei familiari, la cura dei propri cari anche se fragili e questi aspetti uniscono i tre monoteismi. Le specificità storiche o le ancestrali condizioni tribali di taluni sono aspetti di nicchia che non possono condizionare un intero mondo di relazioni. Sono assolutamente infastidita da questa dialettica del “noi/loro” e dalle generalizzazioni che i media e molti stolti fanno: non esiste una visione dell’islam granitica e fotocopiata in ogni paese in cui è diffuso, ogni stato ha in sé vicende che lo condizionano. Pensiamo ai cristiani: quanti divisioni interne hanno? Quanti le sanno elencare tutte e ne conoscono i singoli dettagli? Pochi, pochissimi eruditi. Allo stesso tempo, per quel che concerne ad esempio l’islam sunnita, non si può definire in quattro parole e qualche stereotipo un mondo complesso e variegato.

Auspico si possa creare un’“integrazione valoriale” in cui ognuno possa rispecchiarsi e prendere parte ad un progetto di risanamento della società partendo dai punti di connessione e non imputandosi reciprocamente scelte ed attività.

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