Google: cerchi kefiah e il risultato è”terrorista”

kefiah
Kefiah palestinese

Google ha deciso autonomamente di associare all’iconica e mitica kefiah bianca a quadri nera delle Palestina come indumento preferito dei terroristi.

Provate a fare questa ricerca: “quali tipi di copricapo o sciarpe indossano i terroristi?”  La prima pagina di google, da un po’ di tempo, uscirà in video piena di immagini con indumento principale la kefiah palestinese.

Ogni grande tribù(nazione) ha la sua kefiah nel mondo arabo, a partire da quella turchese dei tuareg del maghreb a finire a quella kaki marrone dell’Afghanistan e quella palestinese resa famosa nel mondo da Arafat e portata con orgoglio negli 70/80/90 sia da ragazzi di destra(Fronte della Gioventù) e sia da quelli di sinistra(Federazione Giovani Comunisti).

Era, ed è, il simbolo della resistenza palestinese e il simbolo per tutti gli altri come vessillo della lotta contro lo strapotere e l’arroganza colonialista sionista. Ora Google ne fa un simbolo terroristico. Israele paga, Google esegue!

Infatti, il motore di ricerca che ha lo strapotere sulla maggior parte dei telefonini del mondo, ha siglato un accordo, insieme ad Amazon, di oltre 1,2 miliardi di dollari.

Il progetto che i due colossi hanno firmato con l’entità che compie discriminazione, razzismo , xenofobia e apartheid, su chiama Nimbus. Servizio che fornirà le tecnologiche cloud al settore pubblico e dell’esercito israeliano.

Tra l’altro Google si è già reso ridicolo e corrotto nella sua informazione, cancellando il nome Palestina dalle sue mappe, sostituendolo in toto dal nome dell’entità razzista e discriminatoria sionista.

Molti utenti hanno chiesto spiegazioni a Google, ma come ci si immaginava nessuna risposta, come anche da Amazon. Le due azienda non dovrebbero fornire servizi a che pratica la discriminazione, ma da come si è potuto ben constatare in questo mese appena passato, i social e questi gruppi, sono molto sensibili ai dollari invece di esserlo ai diritti delle popolazioni.

L’accordo Google paese razzista, è stato pubblicato pochi giorni dopo che un gruppo di dipendenti del motore di ricerca, aveva esortato il CEO Sundar Pichai a porre fine ai contratti commerciali che violano i diritti umani dei palestinesi.

La lettera, firmata inizialmente da almeno 250 dipendenti, invitava Google a proteggere e sostenere la libertà di parola, incluso il rifiuto dell’insinuazione che le critiche a Israele fossero antisemite.

“Chiediamo alla leadership di Google di rifiutare qualsiasi definizione di antisemitismo che ritenga che la critica a Israele o al sionismo sia antisemita”, si legge nella lettera.

Questa lettera è stata proposta e portata avanti da un gruppo di lavoratori chiamatosi “diaspora Google di lavoratori ebrei” ed è in concomitanza insieme ad altre fatte in Apple, dove circa 1.000 persone hanno esortato il  CEO Tim Cook a rilasciare una dichiarazione a sostegno dei diritti dei palestinesi.

La kefiah, anche se Google ha lo strapotere dell’informazione, non sarà mai appannaggio del terrorismo e neanche dei sionisti razzisti, che hanno osato mostrare in varie sfilate di moda israeliane una kefiah con la stella a sei punte. Volevano appropriarsene, come hanno fatto e stanno facendo con tutte le tradizioni palestinesi, non riuscendovi, cercano di screditare un simbolo con l’aiuto di media falsi e pagati dalla propaganda sionista.

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