C’è spada e spada (II parte)

di Pir Ing. Muddaththir Mohamed Silvio Gualini

Il Simbolismo della Spada

Questa nuova ondata di fango mascherata da nuova crociata ci ha spinto ad un lungo prologo per arrivare alla discussione sull’uso della spada durante il sermone. Anche se non è compito di chi scrive interpretare o tanto meno giudicare le intenzioni dell’imam che ha tenuto quella spada, possiamo vedere nel suo uso un simbolo di continuità fra il passato ed il presente a voler cancellare quegli 86 anni su oltre mille in cui più per volere dei vincitori che per convinzione dei vinti Hagia Sophia venne forzatamente trasformata in museo a testimonianza di un imposto stato laico che per contro contribuì a far sopravvivere i valori dell’Islam in un popolo che aveva quasi conquistato mezza Europa.

D’altra parte nell’Islam la spada, più che arma è sempre stata un simbolo, tanto che – specie in tempo antico – gli imam tenevano il sermone della preghiera del venerdì con una inoffensiva spada di legno. Anzi la spada in tutte le tradizioni ortodosse è sempre stata un simbolo oltre che un’arma. E’ un simbolo della Scienza Sacra ed è in quanto tale un simbolo pacifico: il Cristo ha detto – come riportato nei Vangeli – “ne uccide più la gola della spada”! La spada compare in alcune bandiere di nazioni arabe e nessuno ha mai avuto da ridire.

La spada non è un fucile mitragliatore o un’arma sofisticata in grado di fare uccisioni di massa come la daisy cutter, usata dalle truppe americane per evitare di combattere in Afghanistan uccidendo ogni forma di vita nel raggio di quasi un chilometro.

Le daisy cutter (letteralmente taglia margherite) sono delle bombe chimiche che lanciata da un velivolo e dotate di paracadute, creano una distruzione dell’ossigeno nel raggio di 500m circa, uccidendo tutte le forme di vita all’interno del raggio di azione e lasciando inalterate le infrastrutture, un vero e proprio raggio della morte.

Agli osservatori occidentali che hanno gridato alla offesa sono sfuggiti tre particolari: 1) le bandiere turche bruciate dai Greci Cristiano Ortodossi; 2) le campane a morto suonate in tutta la Grecia Ortodossa; 3) il fatto che l’imam teneva l’elsa della spada con la mano sinistra e sopra di essa vi era la destra. Nella cavalleria (futuwwa in arabo ed il tasawwuf è la cavalleria o ordine cavalleresco dell’Islam come universalmente riconosciuto) tenere l’elsa della spada con la sinistra è segno di pace perché in una civiltà religiosamente ordinata la sinistra è considerata non adatta per il combattimento.

Per cui la mano sinistra sull’elsa è segno di pace!

Il fatto che l’imam abbia tenuto la destra sopra la sinistra significa che la pace regni dopo la vittoria, ma significa anche essere pronti a difendere la vittoria in caso di guerra, perché in caso di guerra la sinistra si ritrae e la destra si trova sull’elsa pronta a combattere per la difesa. La spada poi è un simbolo altamente metafisico, disciplina che pochi occidentali comprendono anche se mirabilmente e magistralmente spiegata agli occidentali da un europeo, René Guénon Abdul Waheed Yahya Rahmatullah Ahle. In particolare egli scrisse un articolo sul significato metafisico della spada: Saif ul Islam, la spada dell’Islam.

Non è un mistero che Erdogan e parecchi del suo entourage siano in stretta relazione con maestri spirituali (Shuyukh) turchi che in anni di forzata e tentata laicizzazione sono sopravvissuti a persecuzioni ed ostracismo. Forse è di questo che si comincia ad aver paura in Occidente e quel falso calore del “vogliamoci tutti bene” che emana dai porticati del Vaticano ha sempre tenuto nascosto, il “se fate come dico io però”.

Ma Erdogan di fronte al papa volle, “suaviter in modo sed fortiter in re” (cortese nei modi ma forte nelle circostanze), una sedia uguale a quella del papa, non quella striminzita che gli era stata preparata dall’attenta diplomazia Vaticana.

Notiamo poi una regola non scritta ma verificabile da chiunque si occupi di storia: ovunque l’Islam si sia diffuso con la spada (Spagna e Francia dei Pirenei, Sicilia e Sud Italia, Palestina in certa misura)  è stato respinto dai Cristiani soccombendo. Al contrario ovunque l’Islam sia stato predicato e diffuso dall’esempio di vita islamica ed anche dai sufi, in ambo i casi con la forza dell’amore, l’Islam si è radicato ed è divenuto maggioritario: Indonesia, Malesia, Sub-Continente Asiatico (Afghanistan, Bangladesh, India, Pakistan), Repubbliche Centrali Asiatiche, tutta la fascia Centro Nord Africana (dal Mali, Senegal compresi) sino al Medio Oriente.

La maggior parte dell’Islam dei Balcani, Macedonia e Turchia si è sviluppato con l’Impero Ottomano e la sua spada è rimasta in vita sino ad oggi grazie al sacrificio di Maestri Spirituali che non hanno compromesso la loro fede anche durante regimi dittatoriali.

Un’ultima considerazione, non può sfuggire a chi è attento ai segni dei tempi che poco dopo il ritorno di Hagia Sophia al suo ruolo naturale di “Casa di Dio e Luogo di pace e preghiera”, le ricerche geologiche turche in Mar Nero hanno localizzato uno dei più grandi giacimenti di gas al mondo rendendo di fatto la Turchia indipendente da fornitori esteri per i prossimi venti anni.

Forse per gli atei sarà un caso, per chi crede in Dio e quindi nei Suoi Segni può essere un ulteriore stimolo a pensare prima ad Allah e poi a se stessi insensibili alle critiche del mondo, specie quando si spaventa di una inoffensiva spada vecchia di qualche secolo!

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