Il presidente Ashraf Ghani è stato dichiarato vincitore delle elezioni presidenziali in Afghanistan, dopo mesi di risultati ritardati e aspre controversie. I politici dell’opposizione hanno protestato contro il risultato, minacciando una vera e propria crisi politica proprio mentre si prova ad avviare l’importante accordo di pace degli Stati Uniti con i talebani.
I sostenitori del principale sfidante di Ghani, Abdullah Abdullah, accusano la commissione elettorale dell’Afghanistan di aver favorito il primo e hanno minacciato di formare un governo parallelo se la commissione avesse annunciato risultati che non soddisfacevano le loro rimostranze.
Il voto, tenuto a settembre in mezzo a un numero record di attacchi talebani destinati a destabilizzare le elezioni, era stato ripetutamente ritardato e segnato dall’incertezza poiché un accordo di pace tra gli Stati Uniti e i talebani sul futuro dell’Afghanistan si stava avvicinando alla finalizzazione. Ma il presidente Trump ha snobbato i colloqui solo poche settimane prima delle elezioni, aprendo la strada al voto.
Ora, con la ripresa di quei negoziati e l’annuncio di una data condizionale per la firma di un accordo tra gli Stati Uniti e i Talebani, la nuova crisi politica rischia di far deragliare quel fragile processo, che avrebbe dovuto aprire la strada ai negoziati tra il governo afgano e il Talebani sul futuro politico del Paese.
