Pubblicata la lista delle aziende pro-apartheid in Palestina

Da qualche tempo se ne parlava, e noi lo anticipammo con un articolo un mese fa, che  l’Onu avrebbe comunicato una lista di aziende internazionali che sostengono direttamente o indirettamente gli insediamenti illegali in Palestina.

Questo tipo di azione è un crimine di guerra ai sensi del diritto internazionale, ed è bene che ognuno si assuma le responsabilità delle azioni compiute, nonostante, come in Italia, alcune testate giornalistiche tacciano le Nazioni Unite di organizzazione faziosa e infamante, non considerando come esse stesse fanno lo stesso lavoro di queste aziende, nascondendo la verità ai lettori e raccontando solo le versioni di bandiera.

I palestinesi e chi, ha a cuore li popolo palestinese, ringrazia l’importante ruolo che le Nazioni Unite hanno avuto nell’estinguere l’apartheid in Sudafrica, iniziando con questo tipo di pubblicazioni, indicando come l’inizio della riuscita del lavoro da compiere per rendere criminose tutte le aziende che aiutano un regime discriminatorio a sfavore dei palestinesi.

Citiamo alcune delle aziende presenti nella lista della vergogna (A_HRC_43_71) tra le 112 compagnie complici della vergogna delle Nazioni Unite. Esse sono le prime cinque banche israeliane in cui AXA investe (Bank Hapoalim, Bank Leumi, First International Bank of Israel, Mizrahi Tefahot Bank e Israel Discount Bank); il concessionario esclusivo di Puma in Israele, Delta Israel; il partner di CAF che sviluppa la Ferrovia Leggera di Gerusalemme, Shapir.

Nella lista vi sono anche le compagnie web di viaggio e travel advisor, che spingono i viaggiatori a scegliere quei posti, facendo s che le colonie illegali prendano valore agli occhi dei viaggiatori internazionali distratti a discapito dei palestinesi, e sono Booking.com, Edreams e Expedia. Diversi i casi di AirBnb e TripAdvisor, che dopo la pubblicazione di un report sulla questione a firma di Amnesty International hanno posto più attenzione nel rilancio di alcuni annunci.

Sono incluse anche la Delek Group, la Egged, la General Mills, la Motorola Solutions, la JCB, la Alstom e la compagnia idrica nazionale israeliana Mekorot.

Altre società e banche sono coinvolte in attività commerciali non ancora incluse nel database. Queste sono molto famose e conosciute, e le varie agenzie dei diritti umani indipendenti come il gruppo di ricerca israeliano WhoProfits e il progetto USA dell’American Friends Service Committee Investigate.

Le associazioni per la difesa e l’autodeterminazione della Palestina hanno ringraziato tutte le organizzazioni che hanno lavorato per la pubblicazione di questa lista,  strumento di trasparenza e responsabilità, e spingono alla sua difesa, diffusione e al sostegno del diritto internazionale, l’unica risposta da dare ai vari tentativi dei regimi autoritari di estrema destra, come quelli della Casa Bianca di Trump e dal governo israeliano, di minare i diritti umani e lo stato di diritto e imporre invece il dominio dei più potenti.

Le associazioni e il BDS fanno appello a tutte le istituzioni pubbliche, i consigli comunali, le chiese, i sindacati, le organizzazioni culturali, le università, i fondi d’investimento e altri a smettere di firmare contratti, acquistare o investire in una qualsiasi delle società nella lista della vergogna delle Nazioni Unite, per evitare complicità nel progetto coloniale israeliano.

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