Molti imam improvvisati, occorrono albo e codice deontologico

di Shaykh/Pir Muhammad Muddaththir Silvio Gualini Chishti Nizami*

Pare impossibile ma essere musulmano oggi significa anche alzarsi al mattino e leggere subito i giornali on-line per vedere se ci sono notizie di stragi o di altra natura che coinvolgono in senso negativo musulmani ed Islam. Di certo vi è che chi ritorna all’Islam sviluppa un amore intenso per questa religione e non potrebbe essere diverso se ci si riflette bene. Musulmani nati o ritornati condividono l’ultima religione inviata da Dio (Allah) che – come recita anche il catechismo cristiano – è l’Essere perfettissimo, creatore del cielo e della Terra, e quindi non può aver dato alla Creazione una religione imperfetta. Semmai a renderla imperfetta sono gli uomini, specie quelli rappresentativi come gli imam, specialmente coloro che si auto-definiscono tali, assumendosi una responsabilità verso Dio e verso gli uomini da «far tremare le vene e i polsi», come scrisse il sommo poeta Dante.

È di oggi la notizia che un imam a Padova usava pugni in testa e strattonate contro bambini dai cinque ai dieci anni d’età, come riportata da Il Gazzettino. A questo proposito occorre sottolineare per amore di onestà che ogni masjid ha un comitato con un presidente ed è compito del comitato verificare il comportamento degli imam. Questo spiacevole episodio si sarebbe potuto evitare nell’interesse dell’Islam e dei bambini che frequentano classi di religione se vi fosse una severa formazione di imam e la conseguente costituzione di un albo degli imam con un codice deontologico ben preciso. Purtroppo molti degli imam che hanno origini straniere sono improvvisati e soprattutto alcuni di loro non conoscono e non padroneggiano la lingua italiana mentre i loro piccoli allievi la conoscono meglio di loro. Ancora una volta l’immagine dell’Islam e dei musulmani in Italia viene distorta per colpa di un certo “Islam-fai-da-te” che è sintomatico di ignoranza di pochi che però coinvolge tutta la comunità musulmana in Italia. Solo una seria preparazione degli imam e la loro regolamentazione con la costituzione di un albo professionale e relativo codice deontologico sottoscritto e approvato dalle parti, soprattutto dallo Stato italiano, possono mettere al riparo da spiacevoli episodi come quello di Padova.

*presidente di “Jamia Al Karam Italia” onlus

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