L’Egitto contro le donne dei social. Il nuovo obiettivo di Al-Sisi

Nella terra del Nilo, governata da uno spietato dittatore che vieta ogni singola libertà di opinione e indirettamente è complice di atti criminali contro chiunque si trovi in Egitto, vedi Regeni, in questi ultimi mesi, ha messo in scena, ancora una volta la sua follia, perseguitando le ragazze egiziane sui social.

E’ stata colpita Haneen Hossam, che ha subito l’arresto con accuse infamanti di prostituzione e di ledere alla moralità del paese, perché su TikTok la ragazza, pubblicava i suoi video e consigliava, in maniera tipica dei social ai suoi 1.3 milioni di follower come poter guadagnare qualche spicciolo condividendo i suoi video.

Lavoro di ogni influncer nel mondo normale e moderno, che però non sono piaciute, perché possono sgretolare il muro di restaurazione costruito in Egitto per governare a piacimento di pochi e a discapito di molti.

E cosi la studentessa universitaria Haneen Hossam è stata arrestata il 21 aprile,  con accuse di prostituzione e può subire una condanna fino a tre anni di carcere.

Lo stesso è successo a Mowada al-Adham, che ha circa due milioni di follower su TikTok, ed è stata incriminata di attaccare i valori della famiglia tradizionale egiziana, perché la ragazza, pubblicava video satirici sul mondo egiziano.

Entrambe le ragazze, stavano per essere scarcerate,qualche giorno fa, ma la lunga mano del dittatore, complice tutto il sistema giudiziario, ha fatto si che nuove prove di accusa venissero fuori per dare luogo al processo penale e quindi alla non scarcerazione delle studentesse, perché costrette in attesa di giudizio.

E come se non bastasse, un’altra influencer è stata arresta a soli diciassette anni, Menna Abdel-Aziz, dopo aver postato sul suo profilo, un video in lacrime che accusava sei giovani di averla picchiata e usata violenza.

La polizia egiziana, sempre al servizio del dittatore, invece di difendere una donna che ha subito violenza, l’ha accusata di “promuovere la dissolutezza con i suoi video mente danzava in maniera sensuale”, sul suo profilo TikTok, ed è per questo motivo che gli è accaduta l’aggressione e quindi merita l’arresto.

A parte il fatto che una diciassettenne per quanto possa essere “sensuale” è sempre una bambina, e a parte che una persona, donna o uomo è libera di fare ciò che vuole nella decenza, non vedo come chi dovrebbe difendere la mia sicurezza possa prendere queste posizioni abbastanza sconcertanti e poco consone alla libertà.

Dimenticavo vero, è la stessa polizia, lo stesso apparato di sicurezza, lo stesso governo che ha incarcerato un ragazzo che ha contestato alcune scelte di governo e che ha torturato e ucciso un ricercatore italiano, nascondendo da vigliacchi le mani omicide e macchiandosi d’infamia complicità. Da uno che non ha dignità, cosa ci si può aspettare?

La cosa ancora più assurda è che sugli stessi social, molti commenti sono stati a favore degli arresti: ringraziavano il golpista e i suoi scagnozzi, di aver compiuto il giusto per la salva guardia dell’Egitto. Commenti di chi o nel pieno della follia del suo governante o come spesso accade, presi dall’analfabetismo funzionale dilagante, si da retta a che ha in mano l’informazione o almeno la occupa costantemente ogni giorno, e in Egitto, grazie alle politiche liberticide, volente o nolente l’informazione è nelle mani del complice degli assassini di Regeni.

La cosa grave è poter accettare che quest’individuo ancora regga il potere oscurando il progresso e torturando le donne, in un paese dove i suoi antichi abitanti ci hanno insegnato l’innovazione costruendo piramidi mentre il resto del mondo viveva in capanne, e consideravano la donna, il perno, il centro della società, colei che reggeva intere dinastie di faraoni e sempre nel resto del mondo era solo e semplicemente l’angelo del focolare.

C’è una parte dell’Egitto che si oppone a quest’individuo, spesso all’estero. Quei pochi che sono sulle rive del Nilo poco possono, visto il tentativo che il golpista dittatore sta perpetuando, quello di bloccare la rete e i suoi internauti, con accuse infamanti e inventate soprattutto per le giovani donne, che usano il web per crearsi diverse opportunità per se stesse. Opportunità che non sono disponibili nella vita reale, causa dell’idea che è stata impressa nelle menti egiziane che queste ragazze “hanno un comportamento contrario a quello delle normali donne della tradizione”.

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