di Mufti Muhammad Umer
Per capire il problema menzionato bisogna comprendere alcune cose basilari.
- Che cos’è lo status religioso del voto?
- Qual è la regola religiosa per assegnare un voto?
- Che cosa significa lavorare per il miglioramento del benessere della collettività in obbedienza al Corano e alla Sunnah?
Voto è una parola derivata dalla lingua latina. Il suo corrispettivo arabo è “intekhab“.
In nazioni democratiche, dal voto dipendono l’elezione dei rappresentanti del parlamento, dell’assemblea, del comune e degli organi di governo locali.
Compiere questa funzione, quella di formare un governo, non esisteva all’epoca del Profeta, e perciò non è esplicitamente menzionata nel Corano o nella Sunnah.
Questo non significa che in linea di principio non ci siano molte linee guida nel Corano e nella Sunnah, in riguardo a tale pratica.
Come scritto sopra, il voto dipende da alcune condizioni presenti nel Corano e nella Sunnah.
1- La prima condizione è quella che il votante voti per una persona meritevole.
2- La seconda condizione è la testimonianza con cui il votante testifica la rappresentanza del candidato.
3- La terza condizione è quella dell’appoggio con cui il votante dà responsabilità di rappresentanza al candidato; quest’appoggio è direttamente relazionato ai diritti collettivi della popolazione.
In breve, il voto è sottoposto a tre condizioni: certificare, testificare e patrocinare.
Secondo il Santo Corano, la vera certificazione, la giusta testimonianza e il giusto appoggio hanno grandi benefici e ricompense. Allo stesso modo la falsa certificazione, testimonianza e un patrocinio errato sono peccati gravi.
Tenendo a mente lo status del voto, le direttive su come votare possono essere facilmente determinate, cioè è un grave peccato votare per una persona che non lo meriti. È invece un dovere religioso per tutti i musulmani votare per una persona giusta e onesta. Il Santo Corano scoraggia un’idea di una certificazione errata e invece incoraggia quella vera e la rende obbligatoria (wajib).
Nel Corano è detto esplicitamente che sia dovere di tutti i musulmani di non nascondere la vera certificazione e di appoggiare la giusta certificazione come obbligo assolutamente necessario in obbedienza alle Scritture: “surah at talaq versetto n° 2“.
In obbedienza al gran Mufti del Pakistan, Mufti Muhammad Shafi, non solo non è ammissibile che qualcuno non voti per un candidato ma è anche un elemento di oppressione dell’intera nazione se è onesto e giusto.
La costituzione degli stati Europei permette ai suoi cittadini di votare, di partecipare al processo delle elezioni come candidato o votante senza distinzione di etnia o lingua assicurando il rispetto dei diritti umani basilari. Ugualmente si poggia sulla struttura sociale basata su uguaglianza e fraternità. Non ostacola la libertà di culto. Per questo, in un ambiente inclusivo, grazie al processo democratico ed elettorale, l’astensione dei musulmani dall’esercizio del diritto di voto non è ragionevole perché i Musulmani d’Europa devono lottare per i diritti umani con i loro compatrioti in accordo con la Sunnah e il Santo Profeta. Il nostro amato Santo Profeta ha lavorato senza tregua con gli umanisti e i non musulmani per il miglioramento delle loro nazioni.
Con l’accordo Hilful Fadul, ove in gioventù il Profeta ha giocato un ruolo significativo, si mostra come la formazione e la costituzione della città santa di Madinah (meesaq e Madina) con le direttive del Corano, siano state prove incontrovertibili.
Il primo proposito era il benessere della gente comune. Ha lottato per terminare la tirannia e l’ingiustizia lavorando con i suoi compatrioti umanitari non musulmani. E per l’occasione durante il suo soggiorno nella città di Madinah ha orgogliosamente discusso di quest’accordo con i suoi compagni. Disse: “Io ho preso parte a un accordo in questi tempi di ignoranza in casa di Abdullah Bin Judaan se mi avessero regalato dei cammelli al posto di fare questo accordo, non li avrei accettati, e se sarò invitato di nuovo a qualcosa del genere parteciperò di nuovo.“
(Al Bidaya wal Nihaya volume n° 2 pagina 355).
Durante la formazione dello stato di Madinah, il Profeta dell’Islam ha unito i musulmani ai non Musulmani, questo per stabilire un sistema dove fossero rispettati i basilari diritti umani e per eliminare indiscriminatamente la tirannia e la divisione tra le classi.
Il profeta Joseph, venerato da Musulmani, Cristiani ed Ebrei, ha a sua volta lavorato come consulente finanziario nella consulta per un re che aveva un credo religioso differente.
In conclusione, i Musulmani che vivono in Europa dovrebbero prendere parte al processo elettorale assieme al processo di welfare, così facendo aprono anche la strada a un futuro migliore dei Musulmani che vivono in quei Paesi. Ugualmente, dovrebbero astenersi da ogni attività che incoraggi estremismo e settarismo.