Comai: «L’Italia non è razzista. Maggior rispetto per la sua identità»

Condanna agli attacchi e agli atti di razzismo e a quelli di terrorismo, senza distinzione fra sinagoghe e moschee e chiese, giunge da Comai (Comunità del mondo arabo in Italia) insieme alle associazioni e alle comunità e alle confederazioni sia africane che dell’Est europeo che sudamericane aderenti al movimento internazionale “Uniti per unire” e all’ Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia) e alla Umem (Unione medica euromediterranea) e a “Emergenza sorrisi”. Nel comunicato stampa l’appello ai professionisti della Sanità ad aderire al Manifesto internazionale contro l’odio razziale, religioso e culturale. Il fondatore di Comai, Foad Aodi, nel comunicato in cui esprime solidarietà alla senatrice Segre, propone campagne mediatiche contro odio, antisemitismo, islamofobia e razzismo, seminari scolastici anche sulla storia delle religioni e di «difendere e rispettare i cristiani nel mondo e nei nostri Paesi di origine e in Italia, compreso il crocifisso che nessuno ha mai chiesto di togliere dalle scuole». Quindi la proposta di «combattere ogni forma di interpretazione religiosa e culturale personale, offensiva e lesiva, comprese le pratiche clandestine e “fai da te” non riconosciute dallo Stato italiano» e di «promuovere più incontri nelle sinagoghe, nelle moschee e nelle chiese per abbattere i muri della paura e dei pregiudizi». In conclusione: «L’Italia non è un Paese razzista». Ergo, l’invito a «maggiore rispetto per la cultura e l’identità italiane e promuoverle nel mondo».

(in foto: Foad Aodi)

Facebook Comments Box