Il leghista contro la senatrice Segre, è finimondo. Ma qualche dubbio è legittimo

«Quelle espressioni non appartengono alla Lega». Così l’ex segretario per Lecce della Lega, Mario Spagnolo, che invoca l’intervento dei vertici del partito riguardo alle dichiarazioni del suo successore su Liliana Segre. Parole, quelle di Riccardo Rodelli, che hanno scatenato il finimondo. La senatrice a vita ha proposto di istituire la commissione parlamentare straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. Secondo Rodelli, la commissione Segre è stata utile a servire una perfetta estorsione. «La verità – ha ragionato il leghista – è nelle ultime inquietanti parole che la nonnetta, a nome del Pd che l’ha redatta, dove per odio, razzismo e intolleranza si intende “ogni forma” di “nazionalismo”, “etnocentrismo” e similia. In pratica: il “prima gli italiani” e solo quello. È Salvini e i salviniani l’unico scopo. Come è Salvini il solo scopo di questo governo».

Guai a toccare certi argomenti in modo non conforme alla vulgata. Certo, Rodelli ha usato toni offensivi. Ma la sostanza delle parole fa riflettere. «Vogliono un mondo di “diversi” – ha continuato il leghista – ma pretendono che siano tutti uguali, non nei diritti ma nel conformismo autoritario». Leggendo il comunicato stampa di Rodelli pare allungarsi l’ombra del mondialismo, che globalizza, annulla identità, livella verso il basso.

Subito azzerato il direttivo leghista di Lecce, ma resta da chiarire dove, annullando “etnocentrismi” e “nazionalismi”, i signori del politicamente corretto vogliano veramente arrivare.

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