L’apartheid israeliana ora limita la libertà agli stranieri in Palestina

Le nuove regole “inventate” dal Ministero della Difesa dell’occupazione israeliana in Cisgiordania limiteranno il numero e lo stile di vita degli stranieri in Palestina.

L’agenzia statale palestinese Wafa ha dichiarato che le nuove regole limiteranno il numero di visti rilasciati per studenti e docenti internazionali che cercano di frequentare o lavorare nelle università palestinesi, così come i visti rilasciati a uomini d’affari e organizzazioni umanitarie al punto da impedire loro di lavorare o fare volontariato in Cisgiordania.

La scorsa settimana, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha criticato il rifiuto di Israele di rilasciare o rinnovare i visti per il personale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, sottolineando tuttavia che queste restrizioni non impediranno all’Ufficio di continuare a monitorare e riferire sulla situazione dei diritti umani sul campo.

Gli esperti delle Nazioni Unite hanno anche espresso, in una dichiarazione rilasciata a maggio, la loro grave preoccupazione per l’impatto delle nuove regole sull’istruzione in Palestina, affermando che potrebbero limitare la libertà accademica, in violazione del diritto all’istruzione riconosciuto dall’articolo 13 della Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, di cui Israele è uno stato parte.

Hanno sottolineato che, se la procedura fosse implementata, le università palestinesi dovrebbero affrontare grosse restrizioni nel reclutare e attrarre docenti e ricercatori stranieri e promuovere lo scambio intellettuale presso le loro istituzioni e inibirebbero anche i progetti e i programmi accademici a lungo termine esistenti, o la pianificazione di programmi e attività di ricerca a lungo termine, e minerebbero le procedure di accreditamento, reclutamento, nomina e promozione esistenti nelle università palestinesi.

Tra l’altro, l’unica democrazia del Medio Oriente, così definita dagli ipocriti occidentali, ha emanato in queste nuove restrizioni l’obbligo di avvisare preventivamente il Ministero della Difesa sionista se uno straniero si “innamora” e vuole sposare un cittadino palestinese.

Se questi si sposano dovranno sopportare un periodo di quarantena lungo 27 mesi prima di essere completamente liberi. Il grottesco di un regime razzista e violento che non sa cosa altro deve fare per distruggere e annientare i palestinesi con la complicità dell’occidente che si macchia di una delle più infamanti accuse: genocidio del popolo palestinese.

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