Ramadan Periodo di riflessione

Nel suo ultimo sermone il Santo Profeta ha ribadito le linee guida del suo insegnamento ed ha chiarito che il suo lascito consiste nel Sacro e Glorioso Qur’an karim e nel suo esempio (la Sunna). Ed entrambi i lasciti sono la shariah. Questo lascito, la shariah, si espande dal piano fisico a quello sottile per pervenire nel piano spirituale facendo da supporto all’elevazione spirituale oltre il manifestato. Ma discutere di questo ci porterebbe troppo lontano da queste brevi note sul Ramadan appena iniziato con le solite incertezze sull’avvistamento del crescente di questo mese specialissimo.

Lo scopo principale ed immediato della shariah, dei rituali e delle pratiche islamiche è creare ordine nella vita del singolo fedele musulmano. Se l’individuo ha quindi uno stile di vita ordinato dai dettami della shariah di conseguenza la shariah stessa è la causa di una società ordinata e disciplinata, in cui ogni individuo è apprezzato e tutti vivono in pace e armonia. Tramite la shariah sono stabiliti i diritti degli altri e viene implementata una forma di comportamento che tutela sia la società che gli individui che la compongono. Tuttavia, c’è un altro significato più profondo e più profondo della sharia ed è quello di fornire un ambiente congeniale affinché l’anima (il nafs) possa crescere e svilupparsi (dall’anima degenerata, il nafs ammara, all’anima contenta e rappacificata, il nafs kamila passando diversi stadi di sviluppo e sottomissione). Soddisfacendo così i desideri più profondi del Cuore Spirituale. La natura ci offre un esempio stupendo nel bruco non tanto bello a vedersi ed anche goffo nel comportamento. Il bruco diventa crisalide per poi trasformarsi in una coloratissima, elegante farfalla che si libra nell’aria di questo mondo per poi morire per passare ad un altro mondo.

La seguente supplica di Khawaja Abdullah Ansari rende magnificamente l’idea dei desideri dell’anima per raggiungere la condizione della visione del proprio Creatore. Khawaja sahab scrive:

Vivo solo per fare la Vostra volontà

Le mie labbra si muovono solo in lode per Voi

O Signore, chiunque si accorga di Voi

Scaccia tutto eccetto Voi

O Signore, datemi un cuore

Che io possa riversarlo in ringraziamento

Datemi la vita

Che io possa spenderla

Nell’operare per la salvezza del mondo

O Signore, datemi comprensione

Che non mi allontano dal sentiero

Datemi luce

Per evitare insidie

O Signore, datemi gli occhi

Che non vedano altro che la Vostra gloria

Datemi una mente

Che trova piacere nel (Vostro) servizio

Datemi un’anima

Imbevuta nel vino della Vostra saggezza

(da “The Sufi Path of Love”, La Via dei Sufi per l’amore. Un’antologia del sufismo di M. Smith)

Il mese del Ramadan è il momento ideale per nutrire tali pensieri e purificare il cuore. L’amato Messaggero (pace su di lui) ha variamente descritto questo periodo dell’anno come la primavera della rettitudine. Ad esempio, lui pace su di lui) disse: “Le porte del paradiso sono aperte, questo è il mese della misericordia“, una volta egli (pace su di lui) disse: “Se i musulmani conoscessero la grandezza del Ramadan, allora desidererebbero che tutto l’anno fosse il Ramadan”.

Hazrat Abu Hurraira, Radi Allahu Ta’ala Anhu, narra che il benedetto Messaggero (pace su di lui) disse: “Il Ramadan è venuto da te come un mese benedetto. Durante questo mese Allah vi ha prescritto il digiuno, si aprono le porte del paradiso e si chiudono le porte dell’inferno. I diavoli ribelli sono incatenati. C’è una notte in questo mese che è meglio di mille mesi, chi la perde è davvero privato di enormi benedizioni” (Bukhari).

Ecco! Vorrei soffermarmi su un punto particolare di questa tradizione (hadith): il fatto che “…I diavoli ribelli sono incatenati…” potrebbe indurre a credere che in questo mese benedetto non si commettano peccati su istigazione dei demoni-maledetti e l’intera terra sia in uno stato di pacificazione. Purtroppo i fatti che abbiamo sotto i nostri occhi quotidianamente smentiscono questo assunto ancora più fortemente perché i venti di guerra simili a dei Ramadan precedenti trascorsi addirittura durante guerre mondiali, smentiscono in apparenza il fatto che i demoni-maledetti, ribelli ad Allah, sono incatenati e quindi inoffensivi! Al contrario stermini, torture e ceco odio per il nemico pare smentiscano Allah. Al contrario Allah non può essere smentito e tanto meno il Santo Profeta Senza andare tanto lontano dalle gravi questioni internazionali di questi giorni e rimanendo nel privato domandiamoci quante volte durante il digiuno, ma anche al di fuori di esso siamo in procinto di dare sfogo a reazioni inconsulte e continuare a commettere errori (leggasi peccati) come se il “diavolo-rajeem ci mettesse la coda” … Come conciliare la tradizione (hadith) sopra citata e l’evidenza dei fatti? Continuiamo a peccare ed a comportarci male nonostante i diavoli ribelli siano messi in catene. La risposta è che noi troppo spesso tendiamo a dimenticarci o quanto meno a sottovalutare un nemico ben più temibile: noi stessi o per meglio dire il nostro egoismo. Con un termine dalla valenza più ampia ed onnicomprensiva l’egoismo è il nostro nafs (in Arabo la parola è maschile) e più nello specifico il nostro nafs ammara, l’egoismo ribelle e tentatore (qualcuno può aver fatto caso che in molti cartoni animati “stranamente” i personaggi hanno due sosia in miniatura a destra, quello buono, a sinistra il cattivo ed entrambi suggeriscono le azioni, a volte l’illusione riproduce la realtà. Quindi il Ramadan esclude temporaneamente dalla nostra vita i demoni-maledetti però così facendo mette a nudo il nostro egoismo (nei confronti di Allah), l’anima ribelle e tentatrice che ci spinge al male. Sorprendentemente se analizziamo il nostro comportamento scopriamo che durante il digiuno spesso e volentieri cadiamo senza bisogno dei suggerimenti demoniaci (waswas) ma semplicemente sulla spinta emozionale del grande nemico: il nostro egoismo tentatore e ribelle! È per questo motivo che il Santo Profeta ﷺ riferendosi al periodo di assenza dai campi di battaglia ricorda che la grande battaglia è fra le mura domestiche e nella vita quotidiana dentro a noi stessi! Questa citata parzialmente fa parte di una tradizione profetica (hadith) molto discussa, specie da appartenenti a certe sette che fanno dell’innovazione (biddat) il loro nemico principale, salvo poi essere loro stessi i primi innovatori cancellando a piacimento ciò cui loro dà fastidio. Eppure altre religioni e sistemi spirituali hanno utilizzato la stessa similitudine della battaglia come si può evincere da certi geroglifici egizi od ancora più evidentemente nella Bagavad Gita delle Upanishad testo sacro dell’Hinduismo, seppure in quest’ultimo caso la ricerca interiore coincide anche con la battaglia esteriore. Nell’esoterismo cristiano la cerca del Santo Graal avviene come conquista interiore e non attraverso battaglie esteriori. In definitiva il Santo Profeta ﷺ non ha fatto altro che confermare con le sue parole quanto evidenziato nella Tradizione Primordiale dai Santi Profeti che lo hanno preceduto.

Quindi sfruttiamo il Ramadan per conoscere il nostro nemico mortale per poterlo combattere, sottomettere ed infine pervenire al nafs rappacificato (nafs kamila) che è il segno distintivo dell’essere perfetto, l’Insan al kamil che trova in Sua Santità Muhammad ﷺ l’esempio perfetto. Solo questo vantaggio di distinguere gli effetti del nostro egoismo ribelle e tentatore vale il digiuno ed è la migliore strategia vincente perché si basa sulla conoscenza del nemico come insegnano tutte le dottrine militari.

Le nostre vite mondane consumano la maggior parte del nostro tempo se non tutto, lavoriamo e guadagniamo, ci preoccupiamo del nostro lavoro e della nostra ricchezza, lavoriamo sodo per migliorare la nostra posizione economica, come dicono molti “per dare un futuro ai nostri figli” e magari, tragicamente, quei figli si ribellano al tipo di futuro cercato da noi … Ma quanto tempo dedichiamo al nostro sviluppo spirituale? In genere la risposta è pochissimo tempo, purtroppo! Tenendo conto che per sviluppo spirituale si intende come basilare il controllo della propria anima si comprende come questa opportunità data dal Ramadan ci facilità di conoscerla in ogni dettaglio per combatterla e vincerla permettendo così di avvicinarci ad Allah che è il vero scopo di questa esistenza.

Il Ramadan è un’opportunità per noi di rilassare alcune delle nostre attività mondane e concentrarci sul nostro sviluppo spirituale. Quindi come dovremmo procedere? Il Santo Profeta (la pace sia su di lui) ha raccomandato di impegnarci nelle seguenti quattro attività durante il Ramadan:

Recitare la Kalimah regolarmente e il più spesso possibile

Cercare costantemente il perdono di Allah

Chiedere il Paradiso, o meglio ancora la Visione perenne del “Volto di Allah”

Cercare il rifugio in Allah dal fuoco infernale

Decidiamo quindi di dedicare il nostro tempo prezioso allo scopo più prezioso della nostra vita nel benedetto mese del Ramadan: conoscere il proprio egoismo in ogni suo aspetto, isolare ogni aspetto e combatterlo partendo dal più debole perché ogni vittoria parziale ci rende più forti. Il Ramadan ci invita a riflettere e come ha detto il Santo Profeta ﷺ “ogni momento di riflessione vale più di 60 anni di (qualsiasi) culto” [in un’altra versione: <<Narrato da Abu Darda (che Allah sia soddisfatto di lui), la contemplazione per un certo periodo di tempo è meglio che stare in adorazione per una notte.>> Libro Shu’ab al-Iman, vol 4, pag 262, nr 118.]. Riflettiamo dunque con la certezza del valore del Ramadan come impariamo dal Sacro e Glorioso Qur’aan Karim: <<Il (Santo e Glorioso) Qur’aan è stato rivelato nel mese di Ramadan; il (Santo e Glorioso) Qur’aan Karim è una guida per tutte le persone, ha insegnamenti chiari e distingue il bene dal male; chi è presente nel mese (di Ramadan) deve digiunare>>.

Buon Ramadan!

PS Per avere maggiori approfondimenti sul Ramadan consiglio il libro “Le Benedizioni del Ramadan” che può essere ordinato online a versoilpolo@chishtinizami.it.

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