Allerta islamofobia, combattiamola per un’italia ed europa migliore! 1/8

Questo editoriale nasce prima del bellissimo articolo-denuncia della Redazione contro l’Islamofobia dichiarata nell’intervista apparsa su un giornale del Sud-Italia. Avrei preferito che nell’elenco dei vari genocidi si fosse ricordato lo scempio che noi “Italiani-brava-gente” abbiamo fatto in Libia, Eritrea e Somalia nelle campagne coloniali sino alla fine della seconda guerra mondiale. Scempio talmente vergognoso che ancora oggi non circola in Italia il bellissimo film “Il Leone del deserto” che narra la storia del difensore della libertà Shaykh Omar Mukhtar, Rahmatullah Ahle, impiccato come ribelle dagli italiani colonialisti, sempre “brava gente”. Film che fui forzato a vedere nella versione inglese dai miei amici Pakistani ad Islamabad. Confesso che al termine del film non potei che vergognarmi nell’apprendere dell’esistenza di campi di concentramento allestiti da italiani per i Musulmani Libici ribelli, campi di cui non è rimasta traccia perché in Libia non abbonda il legname, per cui vennero erette delle tendopoli a cielo aperto, solo la prigione per gli anonimi condannati a morte era in muratura. Non esiste in Italia giorno della memoria per ciò che è stato fatto e vergognosamente nascosto per oltre 70 anni, anche quando si ricorda la “Resistenza Partigiana” e ci si dimentica di chiamare Partigiani coloro che hanno lottato per i propri diritti di popolo libero che per chi scrive poi la storia diventano subito: terroristi e non partigiani.

Purtroppo la storia la scrivono sempre i vincitori, anche nei giorni recenti e come dimostra la spudorata ignoranza dei collaboratori del giornale meridionale (non voglio fare lo loro pubblicità) che confonde fin troppo platealmente aguzzini con perseguitati e non mi riferisco solo al passato ma anche al presente dei fratelli Palestinesi, Kashmiri e dei dimenticati Rohinja. Ricordo ancora nel lontano 1999 che cercando la masjid in uno dei terminal dell’aeroporto di Bangkok arrivato sulla porta della sala di preghiera sentii la voce stentata di un fratello che cercava di leggere il Sacro Libro, allora non sapevo dell’esistenza del nome Rohinja, sapevo di un popolo di pescatore nel Sud della Tahilandia e del Mianmar che erano minoranza Musulmana. Così come lo zoppo guida il cieco mi sedetti accanto a lui per aiutarlo nella recitazione e scoprii in quel momento una funzione del Sacro Testo: unire popoli di razze diverse provenienti da latitudini diverse, considerandoli tutti uguali. Purtroppo uscito dalla masjid mi imbattei in uno dei tanti bar del terminal, dentro vi erano 4 o 5 Musulmani di una nazione del Golfo intenti a bere delle “pinte” di birra prima di imbarcarsi per tornare a casa anziché leggere il Sacro Testo nella stessa lingua che parlano e comprendono dalla nascita.

L’uscita della Redazione del DailyMuslim sulle disgustose bugie storiche riportate nel giornale meridionale giunge a proposito. Anche se mi forza a questo inaspettato preambolo che allunga il mio editoriale incentrato sull’Islamofobia. Ma è un preambolo necessario perché voglio avvisare i sonnolenti Musulmani italiani che pensano impossibili le persecuzioni stile ebrei anni ’30 che le persecuzioni iniziano sempre preparando il terreno usando l’arma della paura che suscita odio, insomma della “fobia”. Alla voce “fobia” la Treccani on-line dà questa definizione: “Paura angosciosa destata da una determinata situazione, dalla vista di un oggetto o da una semplice rappresentazione mentale, che pur essendo riconosciuta come irragionevole non può essere dominata e obbliga a un comportamento inteso, di solito, a evitare o a mascherare la situazione paventata.” Tradotto in termini pratici la fobia può diventare collettiva tanto da spingere a “rimuovere la situazione paventata” in gruppo perseguitando chi provoca la fobia con il beneplacito dei fobici (coloro che soffrono di fobia e in certi casi possono essere la maggioranza di una popolazione). Assistiamo oggi ad una diatriba “pro-vax/no-vax” che in alcuni ha assunto una fobia che ha un denominatore comune: i pro-vax hanno paura di essere contagiati dai no-vax ed i no-vax hanno paura del

vaccino e disprezzano i pro-vax assumendoli codardi. Le giustamente odiate leggi razziali degli anni ’30 del secolo scorso ebbero come precedente una campagna mediatica mirata a creare fobia distruttiva contro i malcapitati giudei.

continua…

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