Hezbollah accusa l’Arabia Saudita di “fabbricare” la crisi in Libano

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soldati di hezbollah

Il braccio politico “Lealtà e Resistenza” di “Hezbollah”, ha accusato il Regno dell’Arabia Saudita di “fabbricare” l’attuale crisi con il Libano. Il gruppo aggiunge che le dichiarazioni del ministro libanese dell’Informazione George Qardahi sulla guerra in Yemen sono la descrizione corretta dei fatti.

Hezbollah ha affermato, in una nota: “Mentre siamo desiderosi di continuare e rafforzare i legami più forti e le relazioni fraterne con i popoli e i paesi della nostra regione araba e islamica, secondo le regole di una visione unica di interessi comuni, cooperazione e solidarietà al fine di proteggere i diritti arabi e raggiungere obiettivi concordati, riteniamo che l’Arabia Saudita sia responsabile della creazione dell’ultima crisi con il Libano”.

Hezbollah aggiunge riferendosi al principe ereditario Mohamad bin Salman: “Vediamo che è un risultato naturale della sua metodologia di silenzio e di negazione delle libertà pubbliche, e in prima linea c’è la libertà di espressione e di opinione, in quanto è un’attesa secrezione dello stato di tensione derivante da il fallimento delle sue politiche, che lo rende arrogante e respinge ogni critica o obiezione agli errori commessi, e sottovaluta ogni consiglio. Ha bisogno di riconsiderare quelle politiche”.

Nella dichiarazione sostiene ciò che il ministro libanese ha detto in riguardo alla guerra in Yemen: “la descrizione corretta che George Qardahi ha usato per esprimere la natura della guerra condotta dal Regno contro lo Yemen e il suo popolo oppresso, non giustifica affatto la reazione saudita, che equivale quasi a una dichiarazione di guerra”.

La dichiarazione è stata rilasciata dal portavoce Hassan Ezzeddine.

Qardahi ha riferito che gli Houthi sostenuti dall’Iran si stavano “si difendono contro l’aggressione straniera”, riferendosi appunto al coinvolgimento degli Emirati Arabi Uniti con l’Arabia Saudita.

L’Arabia Saudita, come ritorsione, ha espulso l’inviato libanese dal Paese e ha vietato tutte le importazioni dallo stesso. Il ministro degli Esteri ha affermato che è colpa di Hezbollah se il Libano è in crisi, mentre il Bahrain e il Kuwait hanno seguito l’esempio e gli Emirati Arabi Uniti hanno ritirato i propri diplomatici da Beirut e vietato ai propri cittadini di recarsi in Libano.

Il primo ministro libanese Najib Mikati ha cercato di contenere le ricadute diplomatiche rifiutando i commenti di Qardahi,  esortando lo stesso a dare priorità al Libano invece che agli affari esteri: “Ribadisco il mio appello al ministro dell’Informazione affinché adotti la posizione che deve essere presa e dia priorità all’interesse nazionale”.

Da ricordarsi, che fu MbS a rapire l’ex primo ministro libanese, tenendolo chiuso in un hotel a Riyadh e rilasciandolo dopo l’intervento degli alleati occidentali, come fece nel 2017 quando eliminò tutta la sua concorrenza politica, rinchiudendola negli hotel della capitale saudita fino a che non gli avessero giurato fedeltà. Non dimentichiamo anche che MbS ha voluto la guerra nello Yemen per colpire l’Iran, trucidando innocenti sia da una parte e sia dall’altra. Ma sappiamo bene che in Arabia Saudita,  se qualcuno osa  contestare le scelte del monarca, rischia come minimo la tortura in prigione.

Di esempi né piena la storia degli ultimi 5 anni.

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