Gli Stati Uniti corrono ai ripari tra il Libano e Stati del Golfo

Dopo la dichiarazione del ministro George Qardahi, gli Stati Uniti hanno chiesto l’apertura di canali diplomatici tra il Libano e gli Stati del Golfo, per evitare che le tensioni provocate dalla dichiarazione possano sfociare in crisi grave.

“Riteniamo che i canali diplomatici e le linee di comunicazione tra il Libano ei suoi partner dovrebbero rimanere aperti”, ha detto ai giornalisti il ​​portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price.

Il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib, ha chiesto ieri di risolvere l’attuale “problema” tra il suo Paese e l’Arabia Saudita attraverso il “dialogo” e “di dare priorità al comune interesse”.

Prima della sua nomina a ministro il 20 settembre, Qardahi ha affermato in un programma televisivo registrato ad agosto e trasmesso il 25 ottobre, che gli Houthi nello Yemen stavano difendendo il loro paese da un’aggressione esterna, in riferimento alla coalizione araba guidata dai sauditi.

Il Libano ha cercato di ricevere aiuti, soprattutto dai paesi del Golfo, poiché sta soffrendo la peggiore crisi economica della sua storia.

Nei giorni scorsi Arabia Saudita , Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Kuwait e Yemen hanno annunciato il ritiro dei loro ambasciatori da Beirut ed espulso gli inviati di Beirut dal Golfo.

Qardahi si è rifiutato di scusarsi per i commenti e ha affermato che non si sarebbe scusato né si sarebbe dimesso per la sua opinione personale.

Anche perché l’aggressione in Yemen non certo è stata compiuta da soldati libanesi o soldati senza una bandiera o una nazionalità. Si sa che MbS (Mohmmad bin Salman) ha voluto invadere lo Yemen per colpire indirettamente l’Iran, pensando di avere un esercito potente anche con l’aiuto del suo quasi omonimo sultano degli Emirati, MbZ(Mohamed bin Zayed Al Nahyan),  ma che poi tutto è fallito, come il tentativo di piegare il Qatar insieme sempre al suo compare MbZ.

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