Loris, ci scrive sugli avvenimenti di questi giorni

(Loris Bailini in foto)

Un nostro lettore ci scrive una sua lettera riguardo gli avvenimenti accaduti in questi giorni e consiglia come dovrebbero comportarsi i musulmani nei riguardi altrui, citando un avvenimento accaduto quando, un tempo, i due mondi erano in guerra per al-Quds

Piccole considerazioni personali sui tempi

di Loris Bailini

Che l’occidente stia vivendo una profonda crisi è chiaro. Le sue cause non sono attribuibili certamente né all’Islam né al fenomeno migratorio.

Quando parti il progetto della globalizzazione, finito male, molti occidentali lo acclamarono e lo appoggiarono. Si vedano pure i risultati elettorali come prova. Avevano tutti fatto male i calcoli.

La delocalizzazione non solo ha contributo a impoverire i popoli europei e americani, ma ha insegnato la tecnologia ai futuri concorrenti. Che autogol magistrale!

Ora in questa crisi che nessuno vuole ammettere sia gravissima si cerca come sempre in questi casi una vittima sacrificale.

In Francia si è optato per “il pericolo islamico”. In questo frangente l’Islam rischia di divenire l’incudine su cui il martello del malcontento generale viene deviato.

Attendendo con pazienza la fine del CoViD-19, che segnerà la necessità di prendere provvedimenti per arginare i danni(che nessuno sembra aver ancora deciso), probabilmente, la fine del corona visrus, farà dimenticare con ogni buona probabilità la “questione islamica”. Noi che cosa possiamo fare?

Per prima cosa non cedere nelle provocazioni, che danneggerebbero i musulmani. Se vogliano uscirne a testa alta, da questa situazione le soluzioni ci sono e in passato hanno portato a ottimi risultati.

Tutti conoscono i Templari, ed erano, fino alla loro disfatta da parte del papa “Clememte V” i soldati d’élite delle Crociate, ma anche i musulmani hanno avuto le loro armate d’élite, che riuscirono a catturare il Gran Maestro dell’Ordine.

Egli fu preso da timore perché si aspettava chissà quali brutture, da parte dei “feroci saraceni”, invece, non solo non gli fu torto un capello, ma ben nutrito veniva invitato ogni sera a feste da favola e reso edotto di argomenti scientifici.

Il Gran Maestro visto il comportamento dei guerrieri musulmani, si chiese contro chi combattesse: i nemici descritti dalle leggende in occidente, non erano quei mostri tanto maledetti, ma persone raffinate, disponibili e di grande cultura. E lui ne fu cosi affascinato che rimase sempre in contatto con i suoi “carcerieri”.

Questo esempio per dire cosa? Che è il momento di essere propositivi, aprire le moschee, far conoscere l’Islam e le nostre opere nel sociale.

Non è facile, me ne rendo conto, ma è l’unica strada che può, se Dio vuole, porre, non solo termine all’ondata islamofoba, ma anche sovvertire ogni progetto di usare i musulmani come sfogo sociale e far conoscer l’Islam nella sua realtà.

Vedere l’Islam non come un nemico, ma un’alternativa.

Esempio? Alle vittime di questo modello economico basato sul debito perché non parlare di cosa ne pensa l’Islam dei prestiti a interesse? Perché non renderli consapevoli dell’utilità sociale della Zakat?

Ovviamente la strada non è facile da precorrere. Non esistono strade facili, ma noi abbiamo il dovere di percorrere tutte le strade impervie e semplici al meglio con l’aiuto di Dio.

Dobbiamo farci portatori di una merce fragile, rara e preziosa: la speranza.

 

Un grazie a Loris dalla redazione.

Facebook Comments Box