Israele occupa la moschea di Ibrahim e le antichità di Sebastia

L’esercito dell’apartheid ha annunciato martedì la chiusura della moschea Ibrahimi a al-Khalil (Hebron) ai fedeli musulmani fino a venerdì con il pretesto di celebrare la festa ebraica del Sukkot. Lo ha detto il direttore della moschea Sheikh Hafthi Abu Sneina, aggiungendo che centinaia di coloni illegali israeliani avrebbero fatto irruzione nella moschea per denigrare e umiliare i musulmani e la religione musulmana con la scusa della loro festa.

In questa settimana in cui gli occupanti impongono la loro volontà, esulando ogni diritto internazionale, hanno anche fatto chiudere, per la terza volta in quest’anno, tutte le attività palestinesi nella zona, con la scusa, sempre, della festa e di non disturbare i coloni xenofobi e illegali.

Dopo il massacro di 29 fedeli palestinesi e musulmani avvenuto all’interno della moschea del 1994 da parte del terrorista ebreo colono illegale (come tutti i coloni israeliani) Baruch Goldstein, l’occupante ha imposto il suo controllo sulla moschea, decidendo a suo piacimento chi e quando far entrare per lo svolgimento dei riti religiosi musulmani e impadronendosi di una buona parte della stessa per farla giudaizzare.

Ancora in occidente si parla di unico stato democratico in medio oriente?

Per dimostrare la “democraticità” di questa entità occupante, i sionisti xenofobi hanno anche vietato l’Adhan(chiamata alla preghiera) con la scusa che questo atto religioso disturba gli ebrei nella loro vita quotidiana nella città che essi stessi occupano illegalmente.

Avremmo voluto vedere l’occidente al divieto del suono delle campane. Ci sarebbero ancora sostenitori di questi “democratici”?

Per non essere da meno, sempre questa gente illegale e terrorista, che molti occidentali considerano dei fervidi democratici che vogliono far rispettare il concetto di democrazia, hanno preso d’assalto il sito archeologico di Sebastia vicino Nablus, nella Cisgiordania occupata, protetti dall’esercito dell’apartheid.

Anche qui la scusa è stata questa festa, ed anche qui gli occupanti hanno fatto chiudere le attività dei palestinesi per “protezione” dei coloni xenofobi.

Sebastia è un’antica città che risale a 3000 anni fa. È abitata da 3.500 persone palestinesi ed Erode il Grande la chiamò l Sebaste, che significa Augusto,  in suo onore nel 27 aC.

La città è famosa per i suoi numerosi reperti e siti archeologici romani, ed è per questo che l’entità occupante ci ha messo gli occhi per toglierla in modo definitivo ai palestinesi, appropriarsene e modificare la storia a suo vantaggio per legittimare la propria occupazione, come fatto per il cibo palestinese(vedi hummus e falafel, per dirne alcune), le usanze e le tradizioni (vedi prodotti alimentari, tessuti etc etc).

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