L’Università di Manchester non rimuove la nota pro-Palestina dalla sua mostra

Il mese scorso, UK Lawyers for Israel (UKLFI) ha rilasciato un comunicato stampa dove affermava che la nota posta all’inizio della mostra di Forensic Architecture, nella galleria Whitworth dell’università, indicava “discordia razziale”, cercando di “equiparare erroneamente gli israeliani ai suprematisti bianchi”. Il gruppo tra l’altro ha chiesto l’immediata chiusura della mostra.

Per questo motivo c’è stata un aspra polemica e si era deciso di togliere tale dichiarazione. Ma dopo l’intervento di associazioni pro-Palestina e da parte dell’organo di governo della stessa università, l’installazione è rimasta.

La nota che ha fatto discutere dice: ” –  L’architettura forense sta con la Palestina –  Crediamo che questa lotta di liberazione sia inseparabile da altre lotte globali contro il razzismo, la supremazia bianca, l’antisemitismo e la violenza coloniale e riconosciamo il suo legame particolarmente stretto con la lotta di liberazione dei neri in tutto il mondo”.

La mostra da uno spaccato e porta esempi con studi di come le strutture di potere modellano l’aria che respiriamo.

La parte della mostra che ha suscitato polemiche dimostra come l’azione militare israeliana nei territori palestinesi occupati abbia effetti ambientali tossici a causa delle guerre chimiche compiute da Israele, con i gas lacrimogeni e le nubi di fumo provocate delle bombe.

Palestine Action, saputo della richiesta del gruppo sionista, ha organizzato proteste raccogliendo ben 13.000 lettere di  protesta indirizzate all’università.

A seguito di questa risposta, l’università ha annunciato che annullerà la sua decisione, mantenendo la dichiarazione appuntata all’ingresso della mostra.

“L’università, in quanto organizzazione apolitica, ha cercato di bilanciare questioni estremamente complesse sollevate dalla mostra, ma riteniamo che il peggior risultato per tutte le parti interessate sarebbe stato chiudere questa mostra per un lungo periodo di tempo”, la risposta alle polemiche da Whitworth.

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