Libia, capo del Parlamento minaccia una sfiducia al governo

Il Parlamento libico “ritirerà la fiducia al Governo provvisorio di unità nazionale guidato da Abdul Hamid Dbeibah se questi non parteciperà a un’audizione parlamentare sulla propria performance” o se in quella sede non riuscirà a convincere i deputati della bontà del proprio operato: lo ha sostenuto il presidente della stessa Camera dei rappresentanti, Aqila Saleh, come riporta il sito Alwasat.

Saleh, in dichiarazioni fatte mercoledì sera, ha ricordato che “il governo deve comparire davanti alla Camera dei rappresentanti entro dieci giorni” e ha sostenuto che il premier ha assegnato a milizie dell’ovest “un budget maggiore rispetto a quello dell’esercito” del generale Khalifa Haftar.

Inoltre il governo di Dbeibah “non è riuscito a unificare le istituzioni, a fornire ai cittadini cibo, medicine, elettricità, riconciliazione nazionale e a prepararsi alle elezioni”, ha sostenuto ancora il capo della Camera dei rappresentanti.

L’assemblea basata a Tobruk “deciderà se confermare o togliere la fiducia al governo dopo aver ascoltato sue spiegazioni”, ha avvertito Saleh formulando una minaccia che però, sulla base dei numeri in Parlamento, potrebbe risultare vana.

Anche se formalmente i seggi sono 200, il numero dei deputati del Parlamento libico effettivamente eletti è di 186, ha ricordato all’ANSA un ex-consigliere politico della presidenza dell’Alto consiglio di Stato, Ashraf Shah.

“Nei mesi della guerra il Parlamento era diviso, con una metà che si riuniva a Tripoli e molti meno a Tobruk”, ha aggiunto Ashraf riferendosi implicitamente al fallito attacco portato contro la capitale libica dalle forze del generale Khalifa Haftar fra l’aprile 2019 e il giugno dell’anno scorso con strascichi fino ad ottobre.

“Adesso invece dipende dal tema: quando fu data la fiducia al governo in marzo votarono in 132”, ha ricordato l’ex-componente del consesso che nel 2015 firmò l’accordo di Skhirat, l’intesa che portò alla formazione del passato esecutivo di Fayez al-Sarraj.

“Oggi, per sfiduciare il governo, in base alla dichiarazione costituzionale ci vuole una maggioranza (qualificata) di non meno di 121 voti; ma questa non la raggiungeranno mai”, ha sostenuto Ashraf, considerato all’epoca molto vicino a Sarraj: “nelle ultime settimane i deputati che Saleh riesce a far riunire non sono più di 70-80”. “E per raccogliere almeno 121 voti deve far riunire molti più deputati”, ha sottolineato.

Altre fonti indicano gli eletti effettivi in 188 e sostengono che per la sfiducia basta una maggioranza semplice, della metà più uno dei parlamentari (quindi 95 voti). Circa gli orientamenti politici attualmente si contano una sessantina di deputati (ma c’è chi ne conta oltre 80) che tendono a riunirsi a Tripoli e una trentina a Tobruk mentre il resto sono considerati “indipendenti”.

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