La Turchia afferma che la sentenza sul velo dell’UE “concede legittimità al razzismo”

Il governo turco ha criticato la decisione della Corte di Giustizia Europea di consentire ai datori di lavoro di vietare il velo negli ambienti  lavorativi, etichettandola come una via libera al razzismo verso le donne musulmane.

Il portavoce di Recep Tayyip Erdoğan, Ibrahim Kalin, ha twittato: “La decisione della Corte di giustizia europea riguardo il velo sul posto di lavoro è un altro colpo ai diritti delle donne musulmane”. Continua:”questa scelta fa il gioco di quei guerrafondai contro l’Islam in Europa, il concetto di libertà religiosa ora esclude i musulmani?”

La sentenza è arrivata dopo che due casi separati sono stati portati davanti ai tribunali tedeschi di donne musulmane cui è stato impedito di indossare il velo per lavorare. La prima, un’assistente all’infanzia, è stata sospesa due volte dal suo posto di lavoro e con un ammonimento scritto per aver indossato il velo. Il centro per l’infanzia aveva vietato al personale di indossare simboli religiosi sul posto di lavoro.

Il concetto di laicità dello stato può consentire il diniego di usare simboli religiosi, qualunque essi siano. Essendo il velo, un simbolo religioso, le nostre donne incappano in questi divieti. Di conseguenza, dove si applica questa decisione, è assolutamente vietato anche di portare una collana, una maglietta, un anello con un simbolo che riguarda altre religioni, come una croce o un simbolo buddista.

Bisogna capire ora, se questi datori di lavoro, rispettino tali decisioni in pieno oppure usano questa legge solo ed esclusivamente per colpire le donne musulmane. Se  fosse appurato questo, il datore stesso verrebbe a mancare alle norme statuarie emanate della UE e sarebbe sanzionato.

Noi pensiamo, più che protestare contro tale legge rendendoci sempre vittime, ci porta ad essere sempre mal visti dal resto delle comunità. Sarebbe meglio informare i nostri fratelli e sorelle, che se il datore costringe a togliere il velo, di conseguenza è costretto a togliere i simboli di altre fedi croci, statue, quadretti, poster, libri e alberi, che possano solo vagamente ricordare qualcosa. In questo modo, crediamo, molti di questi datori, lascerebbero passare questa legge e non la farebbero mai più applicare.

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