Le lobby sioniste nei governi occidentali

Lobby sioniste
Barak Obama e Alan Duncan

E’ assodato che in Europa i partiti conservatori, per la maggiore, sono sotto influenza delle lobby sioniste che spingono le politiche dei paesi ad assecondare le politiche razziste e di apartheid di Israele.

Ne è l’esempio il Regno Unito, dove di recente l’ex ministro Alan Duncan, nel suo libro: “In the thick of It: the private diaries of a minister “, racconta dell’influenza nella politica inglese di un gruppo estremista sionista il CFI, che spinge il governo a muoversi contro la Palestina e ad approvare la politica degli insediamenti e dell’apartheid del governo israeliano.

Racconta anche di come vengono “eliminati” politicamente tutti quelli che sostengono la causa palestinese o quanto meno, sono critici contro la politica di occupazione dell’entità sionista.

Ducan in un intervista di presentazione del suo libro, dice anche: “Molte cose non accadono in politica estera o nel governo per paura di offendere quelli del CFI o gli israeliani, perché alla  minima parola, subito gli viene promulgata una possibile denuncia in tribunale per antisemitismo”.

“È una scandalo che deve finire” dice l’ex ministro inglese: “loro interferiranno di continuo ad alto livello nella politica britannica nell’interesse di Israele grazie al potere dei sovvenzionatori sionisti nel Regno Unito”.

Porta l’esempio di un documento importante nel 2017, ritrovato  da Al Jazeera, che rivelava di un alto funzionario dell’ambasciata israeliana a Londra, intento a discutere di un potenziale complotto per destituire ministri del governo inglese contrari alle politiche israeliane.

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Anche negli US l’influenza non è da meno. Esempio lampante la politica scellerata del sovranista ultimo, ma anche quelle dei vari presidenti prima di lui.

Obama, nel suo libro: “A Promised Land”, pubblicato a dicembre, conferma come la lobby sionista statunitense la AIPAC, ha fatto pressioni sulla sua amministrazione per perseguire politiche a favore di Israele.

Obama ha descritto le sue frustrazioni per la pressione israeliana sulla sua amministrazione, così come le difficoltà che ogni politico statunitense deve affrontare nel tentativo di perseguire una politica equilibrata in Medio Oriente.

“Quando sono stato eletto”, ha scritto, “la maggior parte dei repubblicani del Congresso aveva abbandonato ogni pretesa di preoccuparsi di come sono trattati i palestinesi e ciò che accade loro “.

l’ex presidente scrive anche che l’AIPAC ha preteso che il governo statunitense non avrebbe dovuto reagire contro lo stato occupante sionista anche quando Israele avrebbe intrapreso azioni contrarie alla politica statunitense”.

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Obama scrive che le conseguenze di ogni politico avverso all’AIPAC potrebbero essere disastrose per la sua carriera e la sua vita privata.

Il primo presidente nero, ha dichiarato candidamente: “Tutti quelli che hanno criticato la politica israeliana a voce troppo alta rischiano di essere etichettati come ‘anti-israeliani’ e spesso come antisemita, grave conseguenza, perché questo sarebbe tirato fuori ogni volta che questi possano mettersi in corsa per le elezioni e gli sarebbe messo contro un avversario sommerso di dollari sionisti “.

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E in Italia? Sappiamo quanto la lobby sionista influenzi i partiti al governo? Basti pensare che da una parte, la sinistra, abbiamo deputati che hanno vissuto negli insediamenti illegali, e dall’altra, la destra, deputati e capi di partito che appena prima delle elezioni fanno il pellegrinaggio nella terra usurpata per chiedervi la legittimazione.

Ricordatelo, la prossima volta che vai a votare, si può rischiare di diventare, senza accorgersi, un “insediamento illegale”.

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