Vittorio Sereni e la guerra: Diario d’Algeria

NON SA PIÙ NULLA, È ALTO SULLE ALI
IL PRIMO CADUTO BOCCONI SULLA SPIAGGIA NORMANNA.
PER QUESTO QUALCUNO STANOTTE
MI TOCCAVA LA SPALLA MORMORANDO
DI PREGAR PER L’EUROPA
MENTRE LA NUOVA ARMADA
SI PRESENTAVA ALLA COSTA DI FRANCIA(…)

PERDONERRANNO UN GIORNO PECCATI D’AMORE(…)

Cosi, Vittorio Sereni, uomo di profonda cultura e amore verso la letteratura, descrive i profumi e i sapori del Maghreb: Marocco ed Algeria su tutte. Qui, il poeta Sereni, descrive un tempo che fu, contrapponendo la sua visione di “civilizzatore”- in Africa andammo con questa scusa- e i volti dei nordafricani, delle donne, dei ragazzini.

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Diario d’Algeria è insomma la summa di ciò che egli provò durante la prigionia dopo la perdita dell’Africa da parte degli italiani; la vicenda della sua prigionia, che gli permise di non dimenticare quei meravigliosi luoghi, per poi poterci consegnare, l’inebriante attesa del primo amore.

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La prima edizione fu del 1947, l’ultima è del 1988.

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