Le Profezie dell’avvento del santo Profeta (part 2/8)

Indubbiamente anche Allah ricorda la Sua Prima Creatura e ce lo ricorda nel Sacro e Glorioso Qur’an Karim in Surah Al-Azhaab nel versetto 56: <<In verità Allah e i Suoi angeli benedicono il Santo Profeta ﷺ. O voi che credete, beneditelo e invocate su di lui la pace>>. Ma Allah ha fatto di più, ha voluto dare il messaggio dell’arrivo su questa terra dell’essenza della sua prima creatura facendola descrivere ai vari profeti, Alaihi Wa Sallam per ognuno di loro, nelle loro rivelazioni lasciate agli uomini, tanto che Giudei e Cristiani si spinsero ad insediarsi in quelle zone desertiche poco ospitali che è appunto la penisola Araba (che contiene Madinah e Najaf), altrimenti non si spiegherebbe la grande densità dei loro insediamenti. Non solo ma le loro conoscenze dedotte dai loro testi rivelati avevano dato più o meno il periodo, fra fine 500 ed inizio 600. Questo è confermato dalle testimonianze rese da Cristiani e Giudei stessi. Ad esempio il monaco Cristiano presso cui trovò ospitalità Sua Santità Salman Farsi, Rahmatullah Ahle, Buhera riconobbe la presenza del Santo Profeta ﷺ da bambino osservando una nube che lo proteggeva dal caldo torrido mentre accompagnava lo zio Abu T’alib in una carovana di cammelli diretta verso Siria. Lo zio della sposa giudea del Santo Profeta ﷺ ammise che Muhammad ﷺ era il profeta atteso dai Giudei e non si capacitò che fosse nato di discendenza Araba, tanto che decise di combatterlo fino alla morte.

La grande maggioranza di orientalisti occidentali Cristiani e Giudei tendono a minimizzare queste predizioni forse per timore di fughe di massa verso l’Islam o semplicemente per invidia e gelosia come fanno rilevare diversi sapienti Musulmani. Siccome le predizioni esistono abbastanza chiare nella Torah uno degli espedienti utilizzati da orientalisti Cristiani e Giudei (vedasi gli interventi del Prof Dr Tony Costa dell’Università di Toronto) è quello di sostenere che i sapienti Musulmani da una parte sostengono che la Bibbia è stata manipolata e quindi inaffidabile e dall’altra sostengono che quei passi biblici riferiti al Santo profeta ﷺ sono autentici. A queste astuzie rispondo con queste due osservazioni.

La prima osservazione è che se Allah Subhana Wa Ta‘ala ha conservato perfettamente una tavoletta di legno evitando che si pietrificasse come il fasciame dell’arca biblica come ho riportato nel Preambolo altrettanto può aver fatto Allah nel conservare i passi biblici che riguardano la Sua Creatura più amata. La seconda osservazione è come giustificano gli orientalisti il fatto che anche i testi Hindu riportano la descrizione del Santo Profeta ﷺ in modo ancora più dettagliato. Anzi è proprio in virtù di queste descrizioni che gli Hindu delle tre caste di “due volte nati” si convertirono in massa a migliaia grazie alle predicazioni di veri sufi (ricordiamo per tutti Sua Santità Mansoor Hallaj, Rahmatullah Ahle, e Sua Santità baba Zakarya Multani, Rahmatullah Ahle, o Nizamuddin Awlya, Rahmatullah Ahle) che seppero far comprendere la coincidenza delle descrizioni del Santo Profeta ﷺ date dalle scritture Hindu attraverso l’Amore da veri santi che loro, sufi avevano per il Santo Profeta ﷺ. Oggi l’ignoranza in cui si crogiola la maggioranza degli hindu che vedono solo i loro privilegi di casta previene loro di conoscere la verità e nell’oscurità delle tenebre in cui si crogiolano si abbandonano alla violenza fisica e verbale contro i Musulmani, a cominciare dalle alte cariche dello stato che proprio dall’essere Hindu traggono il loro effimero potere. Addirittura la stragrande maggioranza degli Hindu deve ricorrere ai Sadhu (specie di sacerdoti che accudiscono ai templi Hindu) per recitare i mantra in sanscrito e per tradurre gli stessi mantra. Di fronte a queste scritture sacre e rivelate e non di origine semitica come possono gli orientalisti cristiani e giudei rivendicare che i Musulmani hanno un doppio giudizio sulla Bibbia che, nonostante i vari rimaneggiamenti considerano e rispettano come Libro di Allah? Si prenda per esempio il Concilio di Nicea (325 dC) che segna il trionfo della Chiesa Paolina e la messa al bando dell’Arianesimo e di altre dottrine che vedevano in Gesù un profeta e sostenevano in pratica il Vangelo di San Barnaba in cui il “paracleto” era chiaramente indicato nell’avvento di un nuovo profeta, proprio come descritto dalla Bibbia e non già in Hazrat Jibrail, Alaihi Wa Sallam, come tutt’ora sostengono le autorità cristiane.

(continua)

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