Proteste dal mondo dello Sport per JB negli USA

Jacob Blake continua a scuotere gli Stati Uniti, in tutti i settori della società, specialmente dove gli afroamericani hanno più visibilità, come nello sport.

L’NBA ha iniziato una protesta che inizialmente ha coinvolto la squadra dei Milwaukee Bucks, che hanno deciso di non scendere in campo per protesta nella gara 5 dei playoff contro Orlando Magic.

“Siamo stanchi degli omicidi e dell’ingiustizia”, ha detto George Hill, guardia dei Bucks, al news The Undefeated. I Bucks non si sono presentati sul parquet per il riscaldamento e i Magic, dopo aver iniziato il classico pre riscaldamento, a 3’56” dalla palla a due, inizio gara, hanno fatto ritorno negli spogliatoi. Sono stati seguiti anche dagli arbitri.

Di conseguenza anche tutte le altre partite in programma sono state cancellate: rinviate Los Angeles Lakers – Portland Trail Blazers, Boston Celtics – Toronto Raptors e Houston Rockets – Oklahoma City Thunder.

Ma tutta la NBA, che è in zona playoff, sostiene la protesta con il boicottaggio delle partite. Su molti parquet degli stati di basket, campeggia solo la scritta: Black Lives Matter.

Ma non solo la pallacanestro si sta facendo sentire, molti altri sport hanno lanciato proteste e boicottaggi, contro questo male, che negli Stati Uniti, sembra ben radicato e ben protetto, nonostante le proteste si allargano a macchia d’olio come si nota sui social: su Twitter sono arrivati messaggi dalle superstar della lega i quali dichiarazioni hanno fatto scalpore, come Lebron James, stella dei Los Angeles Lakers: “Chiediamo il cambiamento, siamo stanchi”, e molto in evidenza spicca un ‘fuck this man’, probabilmente diretto a Trump.

Anche il basket femminile si è fermato, come il calcio e il tennis: dopo che la giapponese Naomi Osaka ha deciso di non disputare la semifinale del torneo di Cincinnati, gli organizzatori dell’evento hanno posticipato tutte le gare a domani. “Il tennis prende posizione collettivamente contro la disuguaglianza razziale e l’ingiustizia sociale che è stata nuovamente portata alla ribalta negli Stati Uniti. La Federazione americana di tennis (USTA), i circuiti ATP e il WTA, hanno deciso di riconoscere questo momento interrompendo tutte le manifestazioni”.

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