C’è spada e spada (I parte)

di Pir Ing. Muddaththir Mohamed Silvio Gualini

“MOLTO RUMORE PER NULLA” – ATTO SECONDO

Preambolo

Come ho scritto in un precedente articolo da quando l’Islam ha cominciato a “fare concorrenza” alle autorità delle religioni semitiche precedenti (Giudaismo e Cristianesimo) il suo avvento con la rapida espansione, le autorità costituite di queste religioni cominciarono a sentir tremare le loro posizioni di privilegio e ricorsero a due armi: quelle bianche diffuse all’epoca (spade, mazze, asce, lance, frecce, ecc …) ed una mai usata prima che però nel corso degli anni si è rivelata micidiale. Non è stata la pur presente sobillazione per dividere il più possibile i Musulmani diffondendo false notizie e spaccando l’Islam in due sette principali. Ma l’attacco micidiale è consistito nella trasposizione di questa tecnica in modo molto più raffinato ed a lunghissima scadenza: la denigrazione. La cosiddetta “macchina del fango” come la definiscono i giornalisti contemporanei pare sia stata inventata attorno all’800 DC e proprio contro l’Islam.

Non è un caso fosse che quello è il periodo in cui l’Islam uscito dalla fase di trasmissione orale, stava dandosi leggi e la Shariah veniva codificata da persone degne di santità che dettero il loro sangue per l’Islam, viaggiando e sacrificandosi oltre misura per garantire lo sviluppo mondiale dell’ultima religione rivelata. Non solo ma la forza della predicazione dei Musulmani era tale da supplire ad eserciti armati di spade.

Più che logico e conseguente che i detentori del potere religioso di quei tempi assistendo al fiorire di scienze ed arti decisero di combattere per non soccombere e vista la disparità di forze lo fecero ricorrendo all’arma più terribile: la denigrazione. La ”macchina del fango” contro l’Islam funziona da oltre 1200 anni! Come si sa quando si tira fango sul bersaglio, prima o dopo, un poco di fango vi rimane attaccato. La “macchina del fango” in effetti si è raffinata sempre di più passando dalle accuse fantasiose, quando personaggi seduti in Europa pensando all’europea si immaginavano una società barbara costruita sull’ignoranza, la corruzione e la cupidigia, quale loro vedevano nei loro contemporanei europei (lo testimoniano guerre durate decine e decine di anni). Ad accuse raffinate e sottili atte a minare le fondamenta dell’Islam e svilirlo, mai accettando l’Islam come la vera ed ultima religione rivelata, principalmente mossi da invidia e gelosia.

Non sono parole di questo scriba ma parole del nostro maestro spirituale, il Giudice di Corte Suprema del Pakistan per la Shariah, Pir Karam Shah Al-Azhari, Rahmatullah Ahle, noto nel mondo Islamico come Zia ul Ummah, faro guida della comunità dei fedeli. Egli, Rahmatullah Ahle, descrive mirabilmente in dettaglio come la macchina del fango funziona nel primo capitolo del settimo volume della sua Sirat-un-Nabi صلى الله عليه وسلم : uno studioso non-Musulmano dell’Islam (che chiameremo generalmente Orientalista) trova un punto particolare che si presta ad essere distorto per confronto con ciò che avviene in occidente ed allora dall’alto della sua autorità accademica presenta l’idea.

Essa viene ripresa dai suoi pari che la amplificano dandogli esclusivamente “veste ed importanza scientifica” avvalorata da una moltitudine di consensi, ed anche le poche voci contrarie in un certo senso rafforzano l’idea principale. Idea che viene così raccolta è “data per scontata” dagli studiosi seguenti. Praticamente è
inesistente una pubblicazione accademica che su uno specifico argomenta dica “signori! Scusateci, su questo argomento ci siamo sbagliati”. Anzi avviene il contrario.

Così la possibilità Divinamente concessa e regolamentata (!) di poligamia viene ridotta ad una sorta di “bordello famigliare”, criticata ed irrisa, per invidia da chi i bordelli (tutt’ora legalmente presenti in alcune Repubbliche Europee che dimostrano certe insofferenze verso i Musulmani) forse li frequentava veramente. Molto più seriamente e pericolosamente gli stessi personaggi giocando su vari equivoci sull’Islam delle origini, equivoci creati da loro stessi attaccano – dopo averci tentato anche con il Santo e Glorioso Qur’an Karim – una delle basi essenziali della Shariah, la Sunnah costituita prevalentemente dalle tradizioni profetiche (ahadith) la cui validità e realtà venne messa in discussione dall’ungherese Ignác o Ignaz Goldziher. Egli è stato un orientalista che assieme al tedesco Theodor Nöldeke ed all’olandese Christiaan Snouck Hurgronje, è considerato da una gran parte degli orientalisti anche contemporanei, il fondatore degli studi moderni sull’Islam.

Inutile dire che si tratta di studi subdolamente anti-Islamici che aggrediscono l’Islam proprio in ciò che i “gentiluomini” sopra citati ritenevano – ed i loro seguaci contemporanei, musulmani e non, ritengono tutt’ora – si tratti del punto debole dell’Islam: gli Ahadith o tradizioni profetiche che essi non solo ritengono inutili e di dubbia autenticità ma, considerano falsi, fabbricati e poveri. In realtà gli ahadith sono la versione Islamica dei Vangeli Cristiani, questi ultimi canonici od apocrifi che si prendano in considerazioni sono di fatto narrazioni, tardive (il primo Vangelo Canonico fu pubblicato in Greco e non in Aramaico, la lingua di Gesù, 44 anni dopo la sua scomparsa da questo mondo) dei fatti di vita e dei discorsi di un uomo chiamato Gesù, per noi musulmani Sua Santità Issa, Alaihi Wa Sallam.

Chiunque ne abbia voglia può andare a controllare la sezione di uno dei quattro Vangeli canonici relativa ai fatti inerenti la crocifissione, vera o presunta per noi musulmani, del Cristo e rendersi conto che si tratta di quattro versioni per nulla concordanti dove persino i testimoni della sparizione del corpo del Cristo sono diversi in numero e nome! Mentre il vero Vangelo, l’Ingil del Sacro e Glorioso Qur’an Karim, rimane introvabile. Quello che è deprecabile è che addirittura oggi nel mondo Islamico si siano affacciati dei personaggi che dopo aver recitato la professione di fede hanno sposato e portano avanti in modo del tutto fantasioso che rasenta il ridicolo le stesse tesi dei nemici dell’Islam.

Tutto ciò non è forse più tagliente e mortale della lama di una spada? Certamente Allah ha promesso che Egli difenderà l’Islam sino alla “fine dei tempi” e dunque la Sua Spada sarà la più tagliente e noi siamo il nulla di fronte ad Essa. Ma ci ha colpito l’eco delle grida allarmistiche, anti militaristiche e soprattutto anti-islamiche che l’episodio dell’imam della masjid di Hagia Sophia tenendo in mano in modo simbolicamente corretto la spada del sultano Mehmet II, grida suscitate anche da chi è solitamente ben disposto nei confronti dell’Islam, tanto da distinguersi abitualmente dalla canea di orientalisti e politicanti in cerca di pubblicità.

Stupisce poi che chi fa delle reliquie chiodi e legni di una presunta Croce (con tutti quelli veri e presunti un moderno Crasso ci costruirebbe una teoria di croci sulla via Appia, da Capua a Roma) si stupisca che i musulmani turchi venerino la spada del sultano Mehmet II, che forse non ha mai tagliato nemmeno il pelo del gatto. Stupisce poi che da parte dei cattolici si gridi allo scandalo con secoli di tradizioni di papi guerrieri e papi re che facevano portare spade ed alabarde agli altri e le usavano pure, cristianamente sulla pelle dei nemici. Se non erriamo tutt’oggi le Guardie Svizzere portano armi bianche in simbolica di difesa dell’attuale papato. Perché nessuno pensa ad un oltraggio alla libertà in questo caso?

Quanti di noi non si sono soffermati su quadri dell’antichità raffiguranti angeli con spade vere e addirittura fiammeggianti? A nessuno sono venuti pensieri di anti-militarismo. Qui viene la giustificazione del nostro lungo ma necessario preambolo. Perché il cristianesimo ormai decotto non aveva ed ora più che mai non ha bisogno del trattamento della “macchina del fango”.

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