Indonesia, opportunità per i finanziamenti conformi alla Sharia

La finanza islamica ha un grande potenziale sugli “investimenti ad impatto”, in quanto mira a raggiungere le buone pratiche ed evitare quelle vietate dalla legge islamica (haram), nel quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile. E’ quanto emerso alla 4a Conferenza annuale sulla finanza islamica a Surabaya, East Java, in Indonesia.

Gli investimenti ad impatto si riferiscono, in particolare, ad investimenti che intendono avere anche benefici sociali o ambientali, oltre che economici.

L’attuale concetto di investimento a impatto nella finanza islamica è stato messo in moto dal governo attraverso l’emissione di sukuk verdi (obbligazioni islamiche), utilizzati, principalmente per la costruzione di infrastrutture ed impianti di energia solare, ma esistono anche fondi sociali, gestiti con i principi della Sharia, che vengono utilizzati per finanziare attività, come servizi igienico-sanitari e approvvigionamento alimentare per madri e bambini.

Ora, i paesi si stanno concentrando sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, i cui risultati andrebbero a beneficio delle persone.

Il Rapporto sugli investimenti mondiali del 2014 ha rivelato, però, che per raggiungere 17 obiettivi degli OSS, i paesi in via di sviluppo avrebbero bisogno di ulteriori investimenti di 2,5 trilioni di dollari all’anno.
La fusione del potenziale della finanza islamica e degli investimenti a impatto può mobilitare ulteriori fonti di finanziamento per lo sviluppo sostenibile, in un momento in cui il divario finanziario per il raggiungimento degli OSS si sta sempre più allargando.

di “investimenti ad impatto” può, certamente, creare opportunità concrete per superare il divario nel finanziamento e per cercare di raggiungere tali obiettivi entro il 2030.

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