Storia di Farida, una delle migliaia di italiani musulmani che vivono all’estero

Farida M. è una donna come tante che vive in un Paese musulmano. Ha 45 anni e vive in Egitto; ha lasciato l’Italia da qualche tempo, sempre attiva nel campo del sociale con svariate attività, tra cui quella di ex Presidente dei Lions e di attivista politica, essendo una dirigente di Fratelli d’Italia.

Farida, come ti trovi in Egitto?
Dopo la prima impressione mista tra meraviglia e curiosità, la mia permanenza risulta tranquilla.Ritengo sia fondamentale rispettare le tradizioni e le regole che fondano la società egiziana perché da sempre è scenario di etnie diverse che interagiscono fra loro”.

Cosa ti piace di più?
Impossibile stabilire una classifica! È un ‘monumento geografico’; ma certamente apprezzo l’impostazione del sistema scolastico perché più avanzato del nostro dove le lezioni sono svolte in lingua inglese fin dalla scuola primaria. La percentuale dei laureati è molto alta”.

Dal tuo punto di vista, che differenza c’è tra un Paese Musulmano e l’Italia?
Il Paese Musulmano basa le sue leggi sul Corano che, come dice la parola stessa, è una filosofia di vita, un ‘percorso’. L’Italia si basa sulla Costituzione , non è una filosofia di vita ma un insieme di leggi che regolamentano i diritti e i doveri dei cittadini e può essere cambiata”.

Quando usi l’hijab (se lo usi) ti senti osservata?
Ognuna è liberissima di indossarlo o meno. L’Islam vuole l’uso dell’hijab solo perché considera la donna come un sorta di “onore” perché viene considerata con riguardo e rispetto. Essendo originaria del Sud, dove le donne si coprono il capo entrando in Chiesa non mi provoca alcun turbamento nè vedo persone intorno a me che mi osservano in modo strano”.

Cosa ti manca dell’Italia?
Sicuramente il cibo, ma non è poi dura, le aziende di prodotti alimentari italiani sono in crescita e si importano numerose specialità. Insomma, come si dice in Egitto, siamo due Paesi diversi, ma con una storia ed un futuro comune”.

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