Terrorismo: somalo arrestato a Bari. Voleva mettere bombe nelle chiese ed esultava per l’attentato a Strasburgo

Un somalo di trent’anni, questa mattina è stato arrestato a Bari, dalla DIGOS, dopo che le indagini ha constato la sua affiliazione al Daesh somalo in Libia, e contatti con al Shabaab. Si chiama Omar Mohsin Ibrahim, il presunto terrorista. Era in Italia dal 2016 e viveva spostandosi tra Sicilia, Emilia Romagna, dove ha preso il permesso di soggiorno per motivi umanitari, e Puglia, a Bari, nello SPRAR del quartiere San Paolo. Dopo la convalida del fermo, dovrà ora rispondere delle accuse di terrorismo internazionale, istigazione e apologia aggravate dall’utilizzo del mezzo informatico e telematico.

Nelle intercettazioni diceva ad un interlocutore: “Mettiamo bombe a tutte le chiese d’Italia. La Chiesa più grande dove sta? Sta a Roma? Tu sai com’è là il 24, il 25 Natale… C’è il Papa e tanta gente”. In un altro audio si sente il somalo affermare: “Chiunque uccide i cristiani, da qualsiasi luogo provenga, è un nostro fratello”.

Tra l’altro, pare che sia stato pure avvisato, da parte di queste organizzazioni, di esser seguito e controllato e quindi era meglio per lui sparire e cambiare smartphone, numero di telefono e mail per evitare di essere catturato.

Questa, come tante altre intercettazioni, insieme alle scelte di itinerari di viaggio tra Roma e la Puglia, hanno messo in allarme gli investigatori che, venerdì scorso, davanti alla fermata di un autobus, mentre aveva una valigia appresso, lo hanno arrestato.

Dopo il fermo, l’uomo non ha negato nulla: “Se Dio vuole, bisogna ammazzare“, ha detto. Sui social si faceva chiamare Anas Khalil ed inneggiava alla jihad armata impartendo, a suo modo, lezioni di indottrinamento.

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