La macellazione rituale in genere ha lo scopo di far mangiare una carne pura e non malata e di non far soffrire l’animale nei suoi ultimi momenti di vita. Già il divieto di consumare il sangue, che è portatore di numerosi patogeni e sostanze tossiche, preserva la salute dell’uomo, e i rituali, dissanguando completamente gli animali, evitano già a priori queste pericolosità.
Ciò avviene fisicamente e naturalmente, perché, effettuato il taglio, si determina la mancanza di ossigeno al cervello. Quindi l’animale non sente dolore. E neanche il taglio provoca dolore, perché il coltello è ben affilato ed è fatto in un colpo solo.
Quanti di voi hanno mai subito un taglio su un dito con un coltello o con un’affettatrice? Dopo quanto tempo vi siete accorti dello stesso? O avete visto prima l’uscita del sangue e poi lo avete associato al dolore?
Ricordiamo anche che i nostri contadini hanno eseguito questo metodo, e continuano a farlo, non per il gusto di ammazzare e far soffrire gli animali, che sono stati compagni di vita nei loro lavoro di campagna e che li hanno sfamati per secoli. Chiedete a un contadino se è contento di far soffrire il suo animale anche in punto di morte.
E secondo voi, Dio può mai ordinare, nelle sue scritture e comandamenti, la sofferenza di una sua creatura? Dio è misericordioso con tutto il suo Creato, e non solo con l’uomo.
(continua)