Abbigliamento islamico e quotidianità, un binomio possibile

di Fatima Asmaa Paciotti

È possibile proporre abiti che rispettino le regole dell’islam e siano il più possibile in linea con la moda del momento? Per rispondere a questa domanda occorre informarsi tramite i media e seguire qualche sfilata di moda fra quelle che si svolgono nel mondo non islamico.

È ciò che personalmente cerco di fare per essere sempre al passo con i tempi ed offrire abbigliamento di qualità che non violi le regole della nostra religione. Naturalmente ci sono e sempre ci saranno persone che criticano il mio modo di intendere l’abbigliamento per la donna musulmana moderna, in particolare per la donna musulmana che vive in Italia. Persone che, incapaci di mettersi al posto del prossimo, non si rendono minimamente conto del fatto che la donna musulmana si trovi spesso a dover fare i conti con una cultura che ancora oggi non accetta di buon grado il velo, considerato per ignoranza un inutile obbligo e un mezzo di sottomissione imposto da parte degli uomini. A causa di ciò la donna musulmana fatica a trovare lavoro, viene discriminata se indossa il velo ed incontra grandi difficoltà se ha bisogno di lavorare per mantenere i figli – è il caso delle madri single che purtroppo non sono poche – o anche per dare una mano al bilancio famigliare, in tempi in cui la crisi economica ha messo in ginocchio anche le famiglie benestanti. Ma le chiacchiere delle persone lasciano il tempo che trovano, se impariamo a rivolgerci solo a Lui, il Creatore, che è il solo a poter giudicare i credenti e le credenti anche in base alla loro situazione: non gli esseri umani, fallaci quanto coloro che tanto facilmente giudicano e che tanto facilmente sentenziano senza chiedersi se la persona in questione abbia un’alternativa all’indossare il turbante al posto del velo o i pantaloni larghi al posto dell’abito lungo, indumenti che non vengono accettati nella maggioranza dei posti di lavoro.

La durezza di giudizio di molte persone, che vivono la religione in maniera troppo rigida e impongono il loro modo di vedere come l’unica verità plausibile, purtroppo ha spesso portato giovani donne ad allontanarsi dall’islam, a togliere il velo e ad adottare jeans, minigonne, abiti succinti come le loro coetanee non musulmane, stanche delle critiche e delle minacce del fuoco dell’inferno da parte di coloro che dovrebbero, con comprensione fraterna, valutare le situazioni di ciascuno. Sarebbe meglio aiutare a trovare un’alternativa piuttosto di urlare a gran voce che non ve ne siano.

Personalmente invece, come imprenditrice e donna musulmana ed italiana, che si occupa di moda da tanti anni, che da ancor più anni studia l’islam, che ha anche sperimentato e vissuto per propria scelta l’islam in modo rigido per alcuni anni, mi rendo conto oggi di aver creato sin troppi muri in passato e propongo nell’abbigliamento delle alternative che non siano proibite dalle regole islamiche. Quello che è certo è che ci sono pareri discordanti fra i sapienti riguardo l’abbigliamento della donna musulmana, ma sono convinta anche per esperienza personale che seguire ciecamente l’uno o l’altro sapiente renda la nostra testa incapace di ragionare e che la verità, come diceva anche il nostro amato Profeta, sia nel mezzo.

Egli disse che l’islam è “al Wasatya”, la giusta via di mezzo, quella dell’equilibrio.

Alla donna musulmana è richiesto di non mostrare le forme del proprio corpo e di coprire tutto tranne volto e mani. Benissimo. Che differenza fa se al posto di una gonna lunga, metto un pantalone larghissimo, tanto largo da sembrare quasi una gonna, e indosso una maglia generosa nelle dimensioni che copra il resto del corpo?

Alcuni sapienti affermano che la donna possa indossare un paio di pantaloni molto larghi con una maglia molto larga o molto lunga, che impedisca di vedere le forme del corpo. Altri invece dicono che in nessun caso alla donna sia permesso l’utilizzo dei pantaloni in quanto la fanno somigliare all’uomo. Bèh!, direi che dipende dai pantaloni: quelli larghi che sembrano una gonna non sono pantaloni da uomo e a volte è meglio un pantalone largo e molto lungo piuttosto che gonne che lasciano intravedere un pezzo di gamba o che siano talmente attillate da mostrare i glutei e le cosce.
Non sono una sapiente di certo, però sono una donna musulmana. Una donna che si occupa di moda e abbigliamento islamico, che fa consulenze in questo campo. Sono una donna musulmana che vive in Italia al tempo d’oggi, una donna che non vuole disubbidire ad Allah né far disubbidire altre persone.
Per questo consiglio alle sorelle che vogliono togliere il velo per cercare lavoro di usare almeno un turbante e coprire il collo con uno chale; alle sorelle che per motivi personali non possano o non vogliano indossare abiti lunghi suggerisco invece di utilizzare pantaloni larghi e maglioni abbondanti ed abbastanza lunghi da proteggerle dagli sguardi indiscreti.
Quello che dico di buono deriva da Allah, quello che dico di errato e cattivo viene solo da me, e Allah ne sa di più.

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