Islamic Tourism Centre Italy: “Ancora indietro con i servizi”

Un campanello d’allarme è stato suonato dall’Islamic Tourism Centre Italy, un’organizzazione dedicata allo sviluppo del turismo italiano rivolto ai viaggiatori di fede musulmana. Il nostro paese è ancora in ritardo nella fornitura di servizi turistici per i Muslim Travelers, specialmente nelle regioni del Sud Italia (con poche eccezioni) che vantano un grande patrimonio storico e attrattive turistiche. Emerge con chiarezza una carenza di ristoranti italiani e di cucina tipica certificata halal, segno che molti ristoratori ritengono ancora l’halal come qualcosa di etnico, non riconoscendo la sua natura di standard internazionale. Paradossalmente, il numero di aziende agroalimentari italiane che ottengono la certificazione halal è in costante aumento, creando una situazione di contrasto nel panorama commerciale.

Ancora mancano infrastrutture alberghiere pronte ad accogliere i turisti musulmani, così come molti servizi turistici correlati. Questa situazione è particolarmente incoerente se consideriamo che la popolazione musulmana nel mondo supera i due miliardi e l’enorme potenziale economico che essi rappresentano. Senza dimenticare gli innumerevoli vantaggi finanziari derivanti dall’industria turistica, con il settore dell’ospitalità, ristorazione e catering (Ho.Re.Ca) che potrebbe infondere nuova vitalità alle imprese in difficoltà.

Affrontare questa sfida e potenziare i servizi turistici rivolti ai viaggiatori musulmani non solo favorirebbe un settore in crescita, ma contribuirebbe anche a colmare lacune nel mercato e a creare nuove opportunità commerciali. La necessità di comprendere e rispettare le esigenze dei Muslim Travelers è di importanza cruciale per attrarre un flusso significativo di turisti in Italia, ampliando così l’orizzonte del turismo nel nostro paese e rafforzando la sua posizione nell’arena globale. Sfide come queste non dovrebbero essere sottovalutate, poiché rappresentano un punto di partenza per un approccio più inclusivo e progressista nel settore turistico italiano.

Questa situazione richiede un’azione decisa e strategica da parte delle autorità competenti, del settore privato e di tutti coloro che sono coinvolti nell’industria turistica italiana. È imperativo educare e sensibilizzare i ristoratori e gli operatori del settore riguardo alla reale portata dell’halal e alla sua rilevanza a livello globale. L’halal non è solo una questione etnica, ma piuttosto una modalità di soddisfare le esigenze religiose di un vasto numero di viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

In un’epoca in cui il turismo rappresenta uno dei settori più vitali per l’economia di un paese, l’Italia non può permettersi di trascurare un potenziale così significativo. Investire nello sviluppo di infrastrutture alberghiere e ristorative in grado di rispettare le esigenze dei turisti musulmani sarebbe non solo una mossa finanziariamente vantaggiosa, ma anche una dimostrazione di apertura culturale e di accoglienza. Il concetto di “Muslim Hospitality” dovrebbe diventare una priorità nell’agenda turistica italiana, in modo da attrarre e fidelizzare i Muslim Travelers, contribuendo al contempo alla crescita economica delle località coinvolte.

Attraverso la collaborazione tra enti governativi, associazioni del settore, aziende e la comunità locale, si potrebbe sviluppare una strategia mirata a soddisfare le esigenze dei viaggiatori musulmani. Questa strategia dovrebbe comprendere non solo la certificazione halal dei ristoranti e delle strutture ricettive, ma anche l’organizzazione di tour culturali e religiosi, l’offerta di servizi di guida in lingua e la promozione di eventi che riflettano la diversità e l’inclusione.

L’obiettivo è creare un ambiente in cui i Muslim Travelers si sentano veramente benvenuti e rispettati, in cui possano sperimentare l’autenticità dell’Italia senza compromettere la loro fede e le loro tradizioni. Con la giusta strategia e l’impegno da parte di tutti gli attori coinvolti, l’Italia può emergere come una destinazione di scelta per i viaggiatori musulmani, contribuendo così alla crescita e al progresso dell’intero settore turistico italiano. È giunto il momento di affrontare questa sfida con determinazione e apertura mentale, affinché l’Italia possa veramente realizzare il suo potenziale come destinazione turistica inclusiva e accogliente per tutti.

 

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