ERAN SEICENTO, ERAN CINQUE … E SON TUTTI MORTI

Non vi è dubbio viviamo in un periodi di forti contrasti. Ma una cosa persiste: l’attrazione per la ricchezza e chi la possiede è più forte che mai tanto da oscurare analoghi accadimenti di via di meno abbienti se non disperati. E così ancora oggi parliamo del sinistro sottomarino Titan e dell’ancora più tetro. E così capita che la morte di cinque miliardari in cerca di emozioni sia ricordata ancora oggi mentre la morte di seicento vite
in cerca di fortuna nell’occidente sempre più inospitale sia ormai stata consegnata all’oblio, non solo dai giornalisti ma dalle stesse autorità greche.

Mi hanno colpito i volti di quei seicento ragazzi, tutti sorridenti facendo il segno di vittoria con le dita a “V” vedendo avvicinarsi le infide coste greche, lontani dall’immaginare che la loro vita terrena sarebbe naufragata nel caldo mar Egeo testimone di miti e viltà. La maggioranza di loro finirà dispersa in mare, cibo di grossi vermi voraci che banchettano solo con corpi morti e carcasse. Quasi all’opposto della terra un padre ed un figli, anche loro di origine Pakistana hanno pagato un biglietto di 2500000$ per persona
firmando un documento che accettavano la morte da condividere con altri miliardari. E così è avvenuto.

Immaginatevi di mettere uno dei vostri arti sotto una pressa di una tonnellata e mezzo: i cinque sventurati hanno messo tutto il lor corpo nel buio quasi assoluto interrotto da creature luminescenti che hanno testimoniato la fragilità dell’essere umano. Corpi molto probabilmente trasformati in poltiglia. Ma come mai fa più notizia la morte di cinque miliardari che l’ecatombe di 600 ragazzi che hanno pagato anche loro un biglietto sproporzionato per le tasche dei più di quegli sfortunati. Mentre i 600 hanno
staccato il biglietto per la loro morte al posto di migliorare il loro tenore di vita e dei loro congiunti lasciati nel paese di origine (prevalentemente in Pakistan, Afghanistan, Bangladesh). I cinque miliardari hanno ricevuto una fama ed una visibilità inaspettata anche nella loro tragica morte. In fin dei conti noi ricordiamo Achille ma non le centinaia o migliaia di morti della guerra di Troia. Più che i soldi i cinque tragici ricercatori
di sensazioni esclusive a pagamento sono ricordati e saranno ricordati come degli eroi sfortunati. Mentre gli altri 600 e più dispersi in mare saranno dimenticati da tutti eccetto i loro parenti ovviamente. Se vogliamo la differenza c’è fra le due morti in mare. In Surah Al-Baqarah Allah ci insegna che di fronte alla morte fisica dobbiamo recitare “Inna lillahi wa inna ilahi raje hoon”; [Surah Al Baqarah, La Giovenca 2:154] indipendentemente da chi è o sono i morti. Ma ricordando la seguente tradizione (hadith) narrato da Hazrat “mar bin Al-Khattab (Radi Allahu Ta’ala Anhu): Il Messaggero di Allah (ﷺ)” ha detto: “La
ricompensa delle azioni dipende dall’intenzione e ogni persona riceverà la ricompensa in base a ciò che ha inteso. Quindi chiunque sia emigrato per Allah e il Suo Apostolo ﷺ, allora la sua emigrazione sarà per Allah e il Suo Apostolo ﷺ. E chiunque emigra per i benefici mondani o per una donna da sposare, la sua emigrazione sarà per ciò per cui è emigrato. (Sahih Bukhari, Libro 2, Hadith 54). Nel caso dei miliardari è
evidente che alla loro meta la loro migrazione non era per Allah ed il Suo Apostoloﷺ ma per benefici mondani. È difficile tracciare le intenzioni dei 600 e più disgraziati cui sembrava già di calcare la terra ferma greca. Per tutti miliardari e poveracci possiamo solo sperare – come per noi stessi – prevalga la Misericordia di Allah.

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