L’ipocrisia tutta occidentale sui diritti lgbt in Qatar

Chi vi scrive è da sempre – anche per storia personale – è a favore dei diritti civili, ma trovo insopportabile la denunzia ad personam sulle violazioni dei diritti umani che oggi si sta facendo.

In altre competizioni, a livello mondiale, i diritti umani non erano rispettati, tra cui in Russia nel 2018 e in Argentina nel 1978. Nell’ultima, gli stadi erano teatro di vere e proprie torture dei desaparecidos.

Anche nel 1978, moltissime vittime dei generali furono omosessuali, trans e lesbiche, eppure nulla si mosse; cosi, come niente è stato fatto per le Olimpiadi in Cina o appunto, Russia 2018, dove già vi erano leggi stringenti verso le libertà individuali. Eppure, i paladini del politicamente corretto, si sono agitati solo contro Qatar 2022.

Il sospetto è che parliamo di Paesi islamici, dunque, farebbe più male la sharia’ah – forse anche malamente interpretata – piuttosto che la violazione dei diritti umani in sè. Dunque, i buonisti anti-islam non vedono lo sport in se, mancando la nazionale italiana, ma sono attenti ad altro. Infatti in passato, quando la nostra nazionale giocava, anche in Stati dove LGBTQ, venivano arrestati o deportati, nessuno contestava, lasciando l’impegno dei diritti civili solo a pochi e circoscritti militanti e attivisti.

Ipocrisia dell’Occidente, e nulla più.

 

 

 

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