Erdogan da difensore dei musulmani ad amico di Israele

Come accrescere la propria immagine sfruttando le disgrazie altrui per poi cambiare completamente rotta una volta ottenuto prestigio e seguito, ossia quello che ha fatto Erdogan per diventare il leader che oggi crede di essere.

Ha iniziato imponendo la propria visione di come funziona la Turchia ai turchi e al suo vicinato, facendo leva dapprima sull’orgoglio turco di grande potenza imperialistica dei secoli addietro, per poi passare a difensore dell’Islam e dei musulmani in ogni luogo del mondo compreso la Palestina, per poi arrivare a stringere le mani a chi i musulmani li vuole annientare ed estromettere da casa propria.

Così Erdogan ora, stringe le mani a Israele e strizza l’occhio all’Europa ponendosi come ago della bilancia tra Russia, Ucraina e il mondo occidentale.

Da pochi giorni Israele e Turchia hanno annunciato la ripresa di pieni legami diplomatici, e il primo ministro israeliano Yair Lapid ha salutato la svolta diplomatica come una “risorsa importante per la stabilità regionale e come una buona notizie economica per i cittadini di Israele”.

Mentre il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha detto che il ritorno degli ambasciatori “è importante per migliorare i legami bilaterali”.

I due si sono scambiate anche le visite in entrambi i paesi, con il primo andato in Israele e per forza di cose in Cisgiordania, e il presidente israeliano Isaac Herzog ad Ankara due mesi prima, ha incontrato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, dicendo a fine incontro: “il nostro incontro è un punto di svolta nelle nostre relazioni”.

Ma Erdogan con l’ultimo incontro avvenuto tra Zelensky e il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, vuole dimostrare come la sua diplomazia sia diventata forte e il mondo occidentale possa fidarsi di lui. Non dimentichiamoci che Russia e Turchia hanno stretto rapporti di collaborazione forti e Erdogan per non perdere questa forza, che tra l’altro può contrastarlo in Siria, ha chiaramente detto che avviserà Putin dell’incontro avvenuto.

In tutto questo, Erdogan si ricorderà dei musulmani che ha accarezzato negli anni precedenti quando la Turchia era completamente isolata e non vista di buon occhio dall’occidente?

Il ministro turco degli Esteri dice che la normalizzazione con Israele potrebbe produrre benefici per i palestinesi: “Come abbiamo sempre detto, continueremo a difendere i diritti dei palestinesi”.

Dimentica che Israele non ammette la Palestina e cerca in tutti i modi di isolare la leadership palestinese e il suo popolo, tra l’altro Efraim Inbar, presidente dell’Istituto di Gerusalemme per la strategia e la sicurezza, ha detto chiaramente di non illudersi che i legami bilaterali saranno buoni come lo erano durante gli anni 90: “Finché Erdogan sarà al potere ci sarà una certa ostilità da parte della Turchia nei confronti di Israele, a causa della sua connessione islamista. Continuerà a sostenere Hamas, per esempio”.

Per ora Erdogan mantiene le sue relazioni con la leadership palestinese in Cisgiordania occupata e legami con Hamas che governa Gaza.

Fino a quando? Fino a che i palestinesi e i musulmani torneranno utili alla sua voglia di egemonia?

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